La fatica, l’ansia per tutta la gente rimasta al buio per ore, la paura per quei detriti che stanno scendendo a valle e che minacciano la sicurezza idraulica del territorio al prossimo acquazzone, sono tutti racchiusi nelle occhiaie del sindaco di Posina Andrea Cecchellero.

Lui, come tutti i primi cittadini della Valle flagellata dall’ondata di maltempo che ha spazzato via migliaia di alberi, scoperchiato tetti e trascinato giù dalla montagna massi, ghiaia e fango non hanno dormito. Non si sono fermati un attimo, dandosi da fare anche a mani nude per ripristinare la situazione sul loro territorio martoriato.
‘Ancora due contrade sono al buio e temiamo per la situazione critica che a Posina si registra al bacino Main, dove il torrente sta trasportando migliaia di metri cubi di ghiaia occupando l’alveo del torrente e facendo straripare acqua – ha spiegato oggi pomeriggio Cecchellero, stremato, ma ancora operativo perchè l’emergenza è tutt’altro che finita – . Abbiamo lavorato senza sosta in questi giorni di inferno e sono stato attaccato al telefono notte e giorno, per coordinarmi con la Prefettura, per chiedere aiuto alla Regione e alla Provincia. Abbiamo bisogno di fondi e di qualsiasi tipo di aiuto. Posina sta vivendo giorni drammatici e non possiamo essere lasciati soli con tutti questi detriti che minacciano la sicurezza di una Valle, che deve essere ripulita al più presto. Non possiamo vivere con l’incubo di un nuovo incubo con il prossimo temporale’.

Grandi assenti i  ‘vip della politica’

Non si è vista l’ombra di parlamentari e consiglieri regionali in questi giorni nella valle martoriata dal maltempo. Le loro scarpe eleganti e lucide non hanno lasciato il segno sulle strade di una montagna, che in alcuni tratti si è sbriciolata come un biscotto sotto la furia dell’acqua.

I sindaci si sono coordinati direttamente con il governatore Luca Zaia, che ha cercato di non trascurare il Veneto, che non viveva un’emergenza simile da un secolo. Qualcosa che rimarrà impressa negli abitanti della montagna per molto tempo e che chi vive in pianura non può nemmeno immaginare. Come sempre, a fare da parafulmine, quei sindaci che non arrivano a percepire nemmeno mille euro mensili di stipendio, ma che sono i primi bersagli dei cittadini arrabbiati quando subiscono i disagi, quando non hanno la luce a casa e hanno bisogno di quelle risposte che gli amministratori delle poltrone di lusso non sanno dare. Sono i sindaci a stare sotto la pioggia, a rischiare sotto la montagna che frana, pensando solo al bene di una comunità che ha bisogno della loro presenza e di quel decisionismo, che non può lasciare posto all’esitazione, che è un lusso quando c’è l’emergenza e il valore supremo della vita è a rischio.

Sindaci eroi se pensi che un consigliere regionale ed un parlamentare si ‘cuccano’ la bellezza di 10mila euro al mese e in mezzo al fango non ci vanno. Se pensi che chi ha lottato al telefono con Enel e compagnie telefoniche varie facendo anche la voce grossa per assicurare i servizi primari alla ‘propria gente’, allo stipendio ha anche rinunciato come il sindaco di Valdastico Claudio Guglielmi ed il sindaco di Laghi Ferruglio Lorenzato.  I loro nomi quasi mai  vanno  sui giornali, non ne hanno il tempo perchè devono stare accanto ai loro concittadini. Per non parlare di figure come il vicesindaco di Posina Adelio Cervo e l’assessore Paolo Zambon, che in questi giorni hanno rischiato l’assideramento e di scivolare nel fiume di fango più di una volta. Non tutti sanno forse, che loro guadagnano una miseria per una carica che è più responsabilità, burocrazia e ‘rogne’ che altro. Cervo percepisce 160 euro al mese, Zambon solo 50 euro al mese. Miseria anche per i consiglieri comunali che arrivano a stento a 50 euro l’anno, ma che sono sempre pronti a sporcarsi le mani e a stare accanto alla popolazione, come i ‘vip’ della politica non sanno fare. Sindaci e amministratori di paese che hanno sempre le scarpe sporche, che in questi giorni non hanno indossato mai il pigiama e che con i generatori di energia elettrica giravano le contrade per aiutare le famiglie rimaste senza luce. A dare loro conforto, magari con una parola in dialetto veneto per rassicurarli che tutto andrà bene, di non avere paura e che la luce ritornerà.

Sono questi sindaci eroi che ci danno speranza in mondo migliore e che non è proprio tutto perduto.

Natalia Bandiera

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