Continua la battaglia nel Consiglio regionale del Veneto sulla proposta di legge sulla “viabilità silvopastorale”, il provvedimento della maggioranza (primo firmatario è Gianpiero, Lega-Liga veneta) temuto dagli ambientalisti perché considerato uno sdoganamento delle jeep dei cacciatori suoi sentieri di montagna. Contro è sceso in campo anche il Movimento 5 stelle. “Questa riforma della legge regionale che disciplina la viabilità silvo-pastorale è un favore ai cacciatori, ai mezzi dei quali viene consentito ciò che al normale traffico privato non sarebbe permesso”, afferma la consigliera M5s Erika Baldin a proposito dei permessi di transito previsti dal provvedimento. “La deregulation in questione- continua Baldin- è promossa da alcuni consiglieri che si dilettano con la caccia, e va ben oltre l’asserito proposito di autorizzare l’accesso a tali percorsi per interventi emergenziali o per ‘assistenza’ alla fauna. In sostanza risponde a interessi particolari di lobby, non certo alla maggioranza della popolazione, né alla salvaguardia dell’ambiente e delle specie in pericolo”. Per Baldin il problema infatti è anche ecologico: “Non è possibile- trasformare una stretta carrareccia montana, adatta al transito pedonale e cicloturistico, in un’autostrada a portata di Suv, solo per compiacere una categoria fortunatamente sempre più esigua nei numeri”. Respinti gli emendamenti M5s, uno dei quali voleva introdurre il principio dell’onerosità del transito (al posto della gratuità). “Prendo atto che le colleghe e i colleghi del centrodestra- conclude Baldin- hanno rigettato queste istanze, assieme a molte altre promosse dalle minoranze”. L’esame del provvedimento, dopo il confronto sugli emendamenti di oggi, proseguirà nel corso della prossima seduta.

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