di Federico Piazza

Sono 2600 le utenze idriche in 11 Comuni dell’Alto Vicentino che Viacqua ha classificato ad alta vulnerabilità potenziale per la prossima estate. Cioè le utenze per le quali, pur dopo aver preso tutte le misure preventive, le risorse idriche potrebbero non essere sufficienti a soddisfare la domanda nei mesi più caldi dell’anno a causa della compresenza sul territorio di criticità ambientali e infrastrutturali.
Viacqua le ha individuate e le tiene costantemente monitorate. Informati e coinvolti sono gli amministratori locali degli 11 Comuni, tutti della fascia montana e pedemontana: Arsiero, Laghi, Lastebasse, Monte di Malo, Posina, Schio, Tonezza del Cimone, Torrebelvicino, Valdagno, Valli del Pasubio, Velo d’Astico. Il 26 aprile i sindaci e assessori dei Comuni interessati si sono infatti incontrati a Vicenza con la direzione del gestore del servizio idrico, che ha loro illustrato come procederà di settimana in settimana qualora i dati peggiorassero.
Per fronteggiare le possibili problematiche legate al deficit idrico, Viacqua ha costituito un team interno e ha definito un piano operativo dettagliato che consentirà, per quanto possibile, di prevenire le principali criticità e mitigarne l’impatto sulla popolazione, assicurando al tempo stesso
 la continuità del servizio idrico a oltre 544mila abitanti dei 68 Comuni serviti. In un’area dove Viacqua distribuisce a 260mila utenti oltre 60 milioni di metri cubi d’acqua l’anno provenienti da 327 sorgenti e 101 pozzi, le utenze ad alta vulnerabilità potenziale sono l’1%, 2600 per l’appunto. Vulnerabilità potenziale che i tecnici di Viacqua sintetizzano nella compresenza di due fattori: uno ambientale cioè la scarsità di risorsa idrica disponibile nel distretto, uno infrastrutturale cioè l’assenza di fonti di approvvigionamento alternative.
A permettere la mappatura precisa delle criticità sul territorio è un nuovo strumento sviluppato internamente da Viacqua negli ultimi dieci mesi: un cruscotto digitale che consente di monitorare in tempo reale i principali dati quali-quantitativi delle reti idriche gestite, per intercettare in anticipo le sofferenze di sorgenti, pozzi e serbatoi, ed eventuali dati anomali che potrebbero essere conseguenti a perdite e rotture. Uno strumento di supporto alle decisioni che, essendo collegato direttamente ai dati pluviometrici di Arpav, serve a ottimizzare la gestione operativa delle allerte anche per gli eventi di pioggia.
«Il monitoraggio costante dei dati che ci viene dalla piattaforma ci consente di informare i sindaci con relativo anticipo in base alle raccomandazioni o ordinanze da attuare sulla base di tre diversi livelli», spiega il presidente di Viacqua, Giuseppe Castaman. «Ci tengo a sottolineare che solo grazie agli investimenti costanti che Viacqua ha assicurato negli anni, in particolar modo quelli relativi alle interconnessioni, ma anche alla manutenzione di impianti e condotte, nei prossimi mesi appena l’1% degli utenti serviti si troverà in distretti ad alta vulnerabilità potenziale. 
Nel frattempo il piano che abbiamo approntato – prosegue Castaman – prevede il rinforzo delle squadre adibite alla ricerca perdite in modo da poter operare con tempi ulteriormente ridotti. Sul campo potremo così contare su 9 squadre interne che potranno essere ulteriormente integrate da 3 squadre composte da personale esterno. Queste ultime saranno coinvolte in via preferenziale per le attività di ricerca già programmate da tempo, mentre il personale interno, che meglio conosce i diversi territori gestiti, sarà impegnato soprattutto per le operazioni d’emergenza. È inoltre in corso di pianificazione – conclude il presidente del gestore del servizio idrico – la possibilità di predisporre sistemi di stoccaggio integrativi provvisori per aumentare la disponibilità d’acqua a servizio degli impianti, compresa la verifica e la riattivazione di alcune fonti di approvvigionamento minori. Abbiamo già definito dei contratti integrativi per aumentare i volumi d’acqua trasportabili mediante autobotti nelle zone che dovessero trovarsi in situazioni critiche. Questa fase di studio ha infine un ulteriore effetto: aggiorna una base di know-how su cui innestare nuove progettualità utili anche alla candidatura a bandi o fondi straordinari di cui si sta già parlando a livello nazionale».

 

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