Se la Lega di Salvini viaggia con il vento in poppa in tutta Italia, con oltre il 30% dei consensi, nell’Altovicentino non riesce ad affermarsi concretamente e sembra paradossale che appaia litigiosa, frammentata e mai compatta là dove è nata veramente. Mancanza di leader territoriali, bassa caratura dei militanti che non capiscono che litigare sempre non porta risultati e fa vincere l’avversario, ambizioni di chi solo per essere possessore di una tessera di partito si sente un vincente. Le campagne elettorali dei comuni impegnati nelle amministrative ormai alle porte ne sono lo specchio ed è di oggi, la notizia che non sarà Silvia Covolo il candidato a primo cittadino della Lega a Breganze.
Nell’articolo de Il Giornale di Vicenza, a firma del giornalista professionista Dennis Dellai, che non è certo un novellino dell’informazione locale, il titolo del pezzo parla chiaro: ‘Dietrofront Covolo, la Lega si affida al manager dei vini’. E’ Manuel Xausa infatti, il candidato che sfiderà l’uscente Piera Campana. Si presenterà ufficialmente alla stampa nei prossimi giorni, per illustrare chi sia e cosa voglia fare per Breganze.
La parlamentare che siede sugli scranni romani smentisce la parola dietrofront e nel suo stile sempre da militante fedelissima e con il garbo che la contraddistingue quando comunica, a differenza di altri suoi colleghi del Carroccio, Covolo, dalla propria pagina facebook spiega stamattina: ‘Ma quale dietrofront??? Ritengo giusto fare crescere altri e mettermi a disposizione in altro modo! Non è stato facile trovare persone disposte a cimentarsi e per questo ringrazio tantissimo Manuel Xausa, che ha accettato la sfida. Io ci credo e sono pronta a sostenerlo. Penso che i breganzesi meritino un sindaco sempre presente mentre io vivo a Roma da martedì a giovedì. Lasciamo agli altri fare le loro congetture, la mia verità è questa’.
In realtà, i litigi non sono solo un problema di Breganze con una Lega che si sforza di apparire come qualcosa che non è e là dove non ci sono personaggi di spicco, le baruffe sono dietro l’angolo. Zugliano è un altro esempio. Il Comune non ha ancora un candidato sindaco del Carroccio, tra passi avanti e passi indietro di chi prima accetta la sfida con Sandro Maculan, sindaco uscente e poi, ritratta. E se a Breganze, nonostante non vi sia incompatibilità tra i due ruoli, è stato sollevato il problema del mandato parlamentare di Silvia Covolo, che la porterebbe per troppo tempo a Roma ad occuparsi dell’Italia intera, a Zugliano nei mesi scorsi, si è registrato il caos con qualcuno che, non d’accordo con qualche nome, ha strappato la tessera della Lega e non ha utilizzato toni pacati.
Situazione invece, assai distesa quella che appare nei comuni di Lugo e Sarcedo, dove con la fusione di gruppi civici e del simbolo vincente della Lega, i candidati sembrano forti e sicuri, grazie a nomi scelti con cura, che esprimono competenza e quella moderazione che alla Lega manca come marcia in più. A Sarcedo, si è scommesso subito nel nome di Giorgio Meneghello, che oltre a due mandati alle spalle che lo hanno contraddistinto come bravo amministratore, è anche una personalità, che sa tenere a bada quegli animi caldi che non risultano costruttivi in campagna elettorale.
Discorso simile per Carlo Lironi a Lugo. Giovane e preparato, è apparso concreto e moderato già nella sua presentazione, dove ha fatto chiaramente capire di voler essere un sindaco, che vuole fare oltre gli spot elettorali di una Lega, che se decide di governare, deve sapere comunicare bene e nel dettaglio a cittadini sempre più preparati da dove vuole cominciare a lavorare. Che siano i varchi elettronici all’ingresso del paese o un progetto di rilancio turistico. Deve sapere illustrare dei programmi convincenti, capaci di scavalcare personalismi sterili o slogan nazionali che non c’entrano niente con le esigente di un territorio, del quale devi dimostrare conoscenza e istanze specifiche.
N.B.