Dopo Marano, Sarcedo e Zanè, approda anche nel Comune di Torrebelvicino la polemica sull’aumento dello stipendio di sindaco e giunta.

“Niente aumenti, semmai tagli e devoluzione per scopi sociali”, è il diktat ricorrente che le opposizioni, di qualsiasi colore politico, chiedono agli amministratori. Torrebelvicino non è l’unico Comune dell’Alto Vicentino, prima infatti è stata la volta di Marano, dov’è finito sotto accusa il sindaco Marco Guzzonato. Poi Zanè, con Roberto Berti nel mirino della Lega, Schio con la richiesta alla giunta di devolvere il gettone (che non viene elargito, n.d.r.) per scopi sociali. C’era stato anche il comune di Sarcedo con Luca Cortese finito sotto scacco perchè al suo secondo mandato si è aumentato il compenso, dopo aver deciso di abbandonare il proprio lavoro e dedicarsi interamente al suo paese.

Torrebelvicino

A portare il ‘caso’ sotto i riflettori, i consiglieri di opposizione di ‘Lista Belvicino’, che hanno dichiarato: “Ci è stato illustrato che le entrate non sono di più di quelle previste per gli anni precedenti, anzi si potrebbero verificare minori entrate dovute ad un minore storno dei trasferimenti Statali per possibile riduzione del Fondo di Solidarietà. In bilancio c’è stata l’approvazione dell’aumento delle

indennità di sindaco e giunta, che aumentano di 200 euro al mese le loro indennità e in proporzione aumentano anche le indennità degli assessori. Niente di illecito, ma troviamo strana la motivazione del sindaco, che sostiene di avere amministrato bene e di meritare quindi l’aumento”.

“Abbiamo semplicemente riportato i valori a livello normale – è la replica del sindaco Emanuele Boscoscuro – Spesso mettiamo soldi nostri e non ci facciamo nemmeno rimborsare e alla fine, visto che ci sembra di avere anche garantito molti lavori anche grazie alle nostre professionalità, ci pare giusto essere stipendiati in modo normale. Ricordo – ha concluso – che parliamo in ogni caso di 10mila euro l’anno in meno alle amministrazioni precedenti”.

Gli stipendi di sindaci e assessori

Il taglio degli stipendi a sindaco e giunta è un tema ricorrente nelle ultime sedute di consiglio comunale. Ma bisogna ammettere che si tratta di polemiche che non mirano ad un vero ‘bene comune’, quanto piuttosto ad un attacco diretto all’avversario, che si vuole colpire nel portafogli quando non lo si riesce a colpire diversamente.

Nelle amministrazioni locali infatti, si parla di stipendi che equivalgono a quelli di normali impiegati. Equivalgono cioè a quelli di persone che hanno poche responsabilità e che di certo non si possono paragonare a chi esercita il ruolo di sindaco o assessore, che vanta responsabilità civili e penali su svariati temi e nei confronti di migliaia di cittadini.

Il primo sindaco a finire nel mirino dei suoi oppositori, per un presunto aumento dello stipendio, era stato il sindaco Marco Guzzonato di Marano Vicentino, il cui emolumento è ben al di sotto dei 2mila euro (netti) mensili.

Per non parlare poi dei comuni piccoli, come Valli del Pasubio, Posina o Laghi, dove gli stipendi sono rigorosamente (e spesso largamente) sotto i mille euro.

Nel mirino della sua opposizione ci è finito poco fa anche Roberto Berti. “Prendo 1.580 euro netti al mese, per un impegno a tempo

pieno e a disposizione 24 ore su 24 – ha spiegato il primo cittadino di Zanè – Gli assessori si aggirano sui 600-700 euro. Ma di cosa stiamo parlando? A parte il fatto che noi ci siamo già ridotti lo stipendio, ma quello che stupisce è che ci sia questo accanimento su un tema che non ha minimamente senso”.

Dello stesso avviso Giovanni Casarotto, sindaco di Thiene, che con i suoi 1.700 euro mensili circa (cifra ridotta perché pensionato) fa una riflessione di ampio raggio: “Perché non chiedono ai consiglieri regionali di ridursi lo stipendio? Prendono circa 8mila euro e lavorano 3 o 4 giorni la settimana – ha sottolineato il primo cittadino thienese – Noi siamo reperibili sempre, facciamo pochissime ferie, siamo tra i peggio retribuiti d’Europa. Alcune settimane fa ho conosciuto un collega tedesco di un comune

che ha un quinto degli abitanti di Thiene e il suo stipendio è di 6mila euro mensili. Vengono da noi a chiederci di abbassarci gli emolumenti? Ma che vadano a Venezia, dove gli stipendi sono totalmente ingiustificati”.

La pensa nello stesso modo Valter Orsi, sindaco di Schio, che pur amministrando il comune più popoloso dell’Alto Vicentino, porta a casa 2.500 euro netti, meno di un giovane manager.

“Nei piccoli comuni non si fa questo lavoro per soldi – ha spiegato – Lo si fa per senso civico, anche per ambizione, comunque perché si è disposti a mettersi in discussione e a servizio della comunità, ma di certo non lo si fa per lo stipendio, che non è assolutamente in linea con il tempo che si impiega, la disponibilità H24, lo studio che c’è dietro, la responsabilità in ogni sede”.

Anna Bianchini

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