Sono 93 gli istruttori regionali ‘laureati’ in questi giorni in Veneto dal percorso formativo sulla violenza di genere voluto dalla Regione e organizzato dal Centro regionale per l’Emergenza e l’Urgenza con il supporto della Fondazione Scuola di Sanità pubblica: saranno loro a guidare i 110 corsi programmati, a partire da maggio, in tutte le aziende sanitarie del Veneto per preparare operatori sanitari e non – in particolare le figure che operano nei 47 Pronto Soccorso del Veneto – ad individuare i segnali della violenza di genere e ad accogliere e proteggere le potenziali vittime, donne e minori.

Con la formazione e l’esame di idoneità dei 93 istruttori si è, quindi, conclusa la prima fase del progetto regionale che, entro l’anno, coinvolgerà oltre tremila professionisti della sanità e dei servizi territoriali. L’obiettivo del percorso formativo è creare una rete diffusa e omogenea di ‘specialisti’ in grado di prevenire e contrastare, in collaborazione con i Centri antiviolenza e i servizi pubblici e privati del territorio, uno dei problemi più drammatici delle dinamiche familiari.

“La Regione veneto sta investendo quasi un milione di euro, nel quadro del Piano straordinario nazionale contro la violenza sulle donne – sottolinea l’assessore al Sociale, Manuela Lanzarin – per il più vasto e metodico programma formativo realizzato nel proprio territorio contro la violenza di genere: la Giunta regionale ha deciso di investire sui Pronto Soccorso e sul sistema dell’urgenza e dell’emergenza perché sono le prime sentinelle degli episodi di violenza agìta o subìta, fisica o psicologica. Al termine di questo percorso, che sta incontrando la convinta adesione di migliaia di partecipanti, il Veneto potrà contare su un contingente di medici, infermieri, psicologici, assistenti e operatori sociali, opportunamente sensibilizzati, preparati a cogliere i primi segnali e ad intervenire, in collaborazione con forze dell’ordine, avvocati e magistrati, a tutela delle donne vittime e dei figli testimoni di violenza”.

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