“Con questo Governo che vuole il presidenzialismo, non ci faranno mai passare la nostra autonomia”. Con queste parole, pronunciate durante la trasmissione ‘Focus’ di Rete Veneta, Gianantonio Da Re, europarlamentare trevigiano della Lega e componente del gruppo Identità e Democrazia, interviene sul dibattito delle riforme . “Probabilmente ottenere l’autonomia sarà ancora più difficile con questo Governo. Noi però ci siamo, la Lega continua a lavorare per ottenere ciò per cui il Veneto si è già espresso a gran voce con il referendum- ha detto ancora Da Re- si entra in un Governo portando ciascuno il proprio bagaglio, le proprie idee e le proprie istanze. Siamo in un momento difficile e sappiamo quanto lavoro ci sia da fare, ma gli accordi si rispettano. Ricordiamoci poi, che da un Governo si può sempre uscire…”. Finora l’autonomia non è ancora arrivata, “ma qualcosa a questo Veneto dovrà pur essere dato e noi continueremo le nostre battaglie anche nei prossimi anni. L’importante è che dal territorio il fronte politico sia compatto nel voler tutti ottenere il risultato”.

Molinari assicura: “Presidenzialismo e autonomia vanno di pari passo”

Le riforme del presidenzialismo e dell’autonomia differenziata “vanno di pari passo perché fanno parte entrambe del programma del centrodestra, ma è evidente che per noi l’autonomia viene prima, anche perché ha un iter legislativo più semplice”. Così il capogruppo della Lega alla Camera, Riccardo Molinari, al termine del confronto sul presidenzialismo con la ministra Casellati, a cui ha partecipato per conto della Lega insieme all’altro capogruppo Massimiliano Romeo e al ministro per le Autonomie, Roberto Calderoli.

Calderoli: “Mi si spieghi perchè l’autonomia dovrebbe danneggiare il Sud”

Nessuna voglia di litigare, ma di convincere tutti che l’autonomia differenziata “non è la bandiera elettorale della Lega, ma quello che serve a questo Paese”. Con tutte le garanzie che ci saranno, assicura Roberto Calderoli, ministro per gli Affari Regionali e le autonomie, al “Corriere della Sera”: nel percorso che dovrà portare a stabilire i Lep (livelli essenziali di prestazioni), necessario per devolvere varie potestà legislative dello Stato alle Regioni che lo chiederanno (con trasferimento di risorse); nella Cabina di regia che vedrà coinvolto “il gotha del costituzionalismo e dell’economia italiana, perché andranno definiti quali sono i diritti sociali e civili dei cittadini: voglio vedere, quando si saprà chi parteciperà ai lavori, chi avrà ancora dubbi”. Dubbi in verità affiorano anche nella maggioranza. Fdi non scalpita, Berlusconi ieri non ha dedicato una parola al tema. Tajani chiede di fare ‘bene’ e non ‘presto’. “Berlusconi non ne parla – osserva Calderoli – perché la dà per scontata. Ho parlato con lui direttamente in questi giorni, e mi ha assicurato che non c’è nessun ripensamento ma che la riforma va fatta bene, e a lui come a Tajani dico che ci sono due canali da seguire. Primo, appunto, la cabina di regia, che in un anno dovrà definire i Lep. Secondo, la legge di attuazione la deciderà il Parlamento, non il governo. Salvini ha parlato di riforma nel 2023 perché ci vuole più o meno un anno per portare a compimento una legge ordinaria come questa”.

 

Il Pd di Bonaccini vuole l’autonomia, ma non è quella di Zaia

” Non sono ideologicamente contrario, anzi, l’ho chiesta per l’Emilia Romagna e quella è sostanzialmente diventata la stessa del Pd”. Lo ha dichiarato Stefano Bonaccini impegnato nelle primarie e oggi (ndr) in Veneto, al Corriere.  Una posizione che ha un paio di fratture nette rispetto alla posizione di Zaia: autonomia differenziata sì ma non con la spesa storica, prima servono i Lep. “Altrimenti c’è qualcuno che pensa che avrà sempre meno, – spiega Bonaccini – e poi bisogna togliere materie divisive come scuola e sanità. Voi ce lo vedete un Paese che può potenzialmente avere 20 pubbliche istruzioni diverse? Rischieremmo di renderci un po’ ridicoli”. E poi, ancora: nessun ricorso a residui fiscali “perché con il trattenere le tasse ci si avvicina più alla secessione che all’autonomia differenziata» e sì a una legge quadro votata dal Parlamento perché tutti siano trattati alla stessa maniera”.

“Il regionalismo all’italiana è in crisi”

“L’autonomia differenziata è un tentativo di esproprio politico-territoriale del Mezzogiorno: toglie allo Stato il potere di disporre del gettito fiscale nazionale, l’unico strumento per garantire parità di diritti sociali ai suoi cittadini, a prescindere dal luogo di residenza. Mette in discussione il rapporto tra i cittadini e lo Stato, i due soggetti istituzionali ai quali verrebbe tolta l’autonomia loro garantita dalla Costituzione. Spetta, perciò, proprio ai cittadini, traditi dai partiti tradizionali, promuovere un nuovo Risorgimento che sia insieme politico, economico ed istituzionale. È una battaglia che deve partire dai Comuni, compresi quelli del Centro Nord, per evitare una disarticolazione sociale e territoriale che ridurrebbe l’Italia in tanti Sud diversi e diseguali tra loro, foriera di una meridionalizzazione generalizzata che comprometterebbe l’Unità nazionale e violerebbe il principio di integrazione territoriale promosso dall’Europa”. Lo dice, in una nota, Federico Conte, ex parlamentare di Liberi e uguali, presidente dell’associazione Cittadino Sud, che ieri a Eboli ha tenuto una assemblea sui temi dell’autonomia e della nuova questione meridionale. “L’autonomia differenziata- continua Conte- isolerebbe il Mezzogiorno e ne impedirebbe il rilancio che tutti gli economisti considerano un’opportunità per il Paese. Bisogna prendere atto che il Regionalismo all’Italiana è in crisi e va ridimensionato, non rafforzato. L’impegno va concentrato su un nuovo modello di autonomia dei Comuni, che sono la ‘vera casa dei cittadini’, e renderli protagonisti del rilancio del Paese. Si impone un’iniziativa politica che, prendendo atto della crisi dei partiti, apra una fase nuova in cui ‘Cristo’ non si fermi simbolicamente a Eboli come durante la Resistenza ma riparta e faccia della rotta del Mediterraneo il nuovo fulcro geopolitico nazionale ed europeo”

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