“La carenza di medici specialisti è frutto di una non dichiarata programmazione volta a togliere dalla gestione pubblica fette sempre più consistenti di servizi”.

Lo spiega Michele Valente, presidente dell’Ordine dei Medici di Vicenza, che ha voluto spiegare agli utenti del servizio sanitario nazionale “le assurde e per molti versi vergognose, situazioni nelle quali si dibatte la Sanità pubblica, ormai a rischio collasso”.

Riceviamo e pubblichiamo

“Ma è un incubo. Sembra la trama di un film dell’orrore!”. È stata questa la reazione di un amico ingegnere che qualche giorno fa, a cena, mi aveva chiesto di spiegargli che cosa sta succedendo alla Sanità italiana. Come dargli torto? Per gli addetti ai lavori (noi medici) le assurde e per molti versi vergognose, situazioni nelle quali si dibatte la Sanità pubblica, ormai a rischio collasso, sono chiare e sono facilmente identificabili i responsabili dello sfacelo. Provate però a farlo capire alla gente che vede ancora nel medico una figura carismatica, la persona disponibile a porsi al servizio degli altri. Provate a spiegare perché un esame nel privato viene fatto in pochi giorni mentre negli ospedali pubblici vi sono liste d’attesa di mesi o perché nei Pronto Soccorso un codice bianco o verde deve bivaccare ore e ore sulle scomode poltroncine in sala d’attesa o sui lettini parcheggiati nei corridoi poiché il personale è insufficiente.

“Come fanno a mancare i medici se migliaia di neolaureati vanno all’estero per trovare lavoro?” Nella Sanità pubblica bisogna vincere i concorsi. “E perché i concorsi spesso vanno deserti?” Perché mancano le specializzazioni. “Allora perché non si aumentano i numeri degli specializzandi?” Perché le borse di studio, stanziate dal governo, sono insufficienti. “E allora perché invece di allargare il numero chiuso nelle Facoltà di Medicina non si aumentano le borse di studio?” Già, perché. Chiedilo al ministro Grillo che dirà di chiederlo al Ministro dell’Economia. La cena si andava raffreddando ma l’amico insisteva. Non riusciva a capire. “Con Quota 100 hanno detto che si libereranno posti di lavoro per i giovani. E allora perché questo allarme per gli ospedalieri e i medici di famiglia che verranno a mancare?” Vale il discorso di prima sulle specializzazioni e i concorsi. Non dare retta ai bla bla dei politici. Vendono tanto fumo e di arrosto ce n’è poco.

“È una presa in giro. Se gli ospedali non trovano medici, perché ricorrono alle cooperative? Quelli non sono medici? O forse sono più bravi?” Eh no. Questo non lo devi dire. Semmai i medici delle coop vengono a costare di più. “Accidenti – si altera l’ingegnere – Allora perché non si investono questi soldi in borse di specialità?” Eccoci. Siamo ripiombati nell’incubo, nel gatto che si morde la coda. Come spiegare dove sta la differenza tra un medico strutturato del Pronto Soccorso e uno che arriva dalle coop? La buttiamo sui compensi? Un ospedaliero guadagna dai 15 ai 20 euro l’ora, uno delle coop costa fino a 450/480 euro per 12 ore di lavoro, con punte anche di 90 euro l’ora. “Avevo letto che nelle coop sono pagati come le colf”. Nel pubblico non è possibile, ci sono i bandi da rispettare, nella sanità privata invece non ci sono controlli. L’ingegnere strabuzza gli occhi e non capisce. Così come gli sfugge la ratio del ‘riciclo’ di medici pensionati che rientrano in servizio attraverso le Srl che offrono i propri servigi, a basso costo, alle cliniche private, o nelle coop che vincono i bandi della Sanità pubblica. Non ci crede proprio quando gli dico che alcuni colleghi, in pensione da anni, hanno richiesto di riscriversi all’Albo proprio per tornare a esercitare attraverso le coop. “Va bene i nonni-vigile con la paletta, ma i nonni-medici con stetoscopio nooo!” E invece sì! Ti sembra che viviamo in un Paese per giovani? La carenza di medici specialisti è frutto di una annosa miopia politica e di una non dichiarata programmazione volta a togliere dalla gestione pubblica fette sempre più consistenti di servizi. É il Servizio Sanitario Nazionale, bellezza!”

di Redazione Altovicentinonline

Ti è piaciuto questo articolo? Condividilo su:
Stampa questa notizia