Il Veneto è sempre stata tax free e il governatore Luca Zaia si è sempre vantato di questo. Non ha mai ceduto quando nei momenti di emergenza era stato esortato dall’opposizione a reintrodurre l’addizionale Irpef sui redditi dei veneti più ricchi. Ma il caro bollette, le rette delle Rsa, la moria di imprese e negozi pare non lascino scelta. La notizia è stata riportata da Il Corriere del Veneto e l’indiscrezione è trapelata venerdì scorso, quando si sarebbe affrontata la questione che porterebbe al recupero di  300 milioni da destinare ai casi che necessitano di interventi urgenti.

L’ipotesi è stata illustrata  con richiesta di massima riservatezza durante la tavola rotonda: applicando una maggiorazione «regionalizzata» dell’Irpef limitatamente ai redditi alti e medio alti, si potrebbero recuperare 300 milioni di euro da destinare al sociale – riporta il Corriere – . Non è solo un provvedimento economico e finanziario, è soprattutto un dato politico. A ogni rendiconto e bilancio di previsione, infatti, Zaia non manca di ripetere come quella del Veneto sia «una gestione efficiente della finanza pubblica» con un «bilancio tax free che lascia nelle tasche dei veneti circa 1,2 miliardi di euro». Ma l’autunno si annuncia caldissimo e bisogna intervenire, forse anche sulla tassa abolita nel 2009 dal predecessore di Zaia, Giancarlo Galan.

Riporta il Corriere: “Durante l’incontro dell’altro pomeriggio è stata fatta  una simulazione, realizzata dagli uffici regionali, sull’introduzione dell’Irpef. Non sono state indicate aliquote e fasce di reddito, solo quei 300 milioni da recuperare. Fra quindici giorni il tavolo sarà riconvocato perché il governatore ha chiesto a imprese e sindacati di valutare la proposta; l’obiettivo è un piano condiviso, al quale dicano sì tutti gli interlocutori. L’extra introito sarebbe destinato alle urgenze sociali: case di riposo, marginalità, categorie fragili, rincari energetici. Ma questo, cosa significa in concreto? Un’ipotesi fu fatta nel 2017 dal Partito Democratico veneto: introducendo una aliquota dell’1,38% sui redditi sopra i 75 mila euro, tassando quindi il 2% della popolazione residente, il Veneto avrebbe «guadagnato» 49 milioni di euro. Per 63 mila persone avrebbe comportato un esborso medio di 777 euro annui. Lo studio chiesto da Zaia agli uffici ha calcolato che si possano introitare circa 300 milioni evitando di toccare i redditi più bassi: un quarto della quota relativa all’intero Veneto“.
L’opposizione: ” Bene l’introduzione dell’Irpef, ma a cosa servirà?”
A quanto pare il presidente della Regione Veneto Luca Zaia starebbe valutando di far cadere il veto sul ripristino dell’addizionale Irpef e la cosa manda in visibilio le opposizioni, che da anni propongono l’addizionale ad ogni discussione della legge di bilancio.
“Per anni Zaia ha usato come fiore all’occhiello la formula del ‘Veneto tax free’, ignorando volutamente le conseguenti difficoltà, principalmente sul fronte dei servizi sociosanitari e dei sostegni al sistema produttivo. Ora questo cambio di rotta, di fronte al quale non ci accontentiamo di rivendicare con il più classico dei ‘lo avevamo detto’, affermano i capigruppo delle forze di opposizione in Consiglio regionale, Giacomo Possamai (Pd), Elena Ostanel (Veneto che vogliamo), Cristina Guarda (Europa verde), Erika Baldin (M5s) e Arturo Lorenzoni (Misto). “È evidente che siamo d’accordo con il principio, visto che lo proponiamo inascoltati da tanto tempo, ma colpisce il fatto che questa ipotesi venga avanzata proprio ora, in uno scenario di ristrettezze per famiglie e imprese senza precedenti. Di certo, chiediamo che se ne discuta in modo approfondito, nelle sedi istituzionali opportune, a partire dalla commissione Bilancio”, proseguono avvertendo: “vogliamo vedere la manovra nel concreto perché non basta parlare di addizionale senza aver chiaro il programma degli interventi che potrebbero essere realizzati grazie a queste risorse recuperate”.
N.B.

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