L’ospedale di Santorso scelto come risorsa per fronteggiare l’emergenza coronavirus.

Un governatore schietto, dai toni duri e dalle parole che a tratti sono cazzotti nello stomaco.

Un presidente della Regione Veneto che ha deciso di essere crudo con quei cittadini che devono mettersi in testa che “di coronavirus ci si ammala e si muore”.

Luca Zaia ha illustrato nella sede della Protezione Civile il ‘piano di emergenza del coronavirus’, quello che servirà alla nostra Regione da sempre numero uno nella Sanità, a fronteggiare quello che purtroppo le previsioni fondate sulla matematica e sulla statistica preannunciano. Un picco che non ci può cogliere impreparati e per il quale servirà un ospedale attrezzato proprio per la cura del coronavirus in tutte le province.

Per la provincia di Vicenza e tutta la zona Pedemontana è stato scelto l’ospedale di Santorso, struttura all’avanguardia dal punto di vista strutturale e tecnologico, ospedale di nuovissima generazione e progettato appositamente per i malati acuti e le situazioni di emergenza.

Nel frattempo è partito un censimento di strutture venete che verranno ripristinate per supportare la riorganizzazione sanitaria che è in corso in Veneto con l’avvento del coronavirus.

Luca Zaia non vuole lasciare niente al caso e alla presenza dell’assessore regionale Manuela Lanzarin, davanti ai giornalisti, per dare il senso del lavoro che sta svolgendo da 4 giorni, ha fatto l’esempio di una valigia che si prepara quando c’è da affrontare un viaggio. “In caso di pioggia ci metto dentro l’ombrello e l’impermeabile, oggetti che non è detto che utilizzerò, ma che devo avere con me per non correre il rischio di bagnarmi”. Il senso che Zaia ha voluto dare alle sue parole è riferito a quelle previsioni matematiche che potrebbero portare ad un “crash. Richiamo di andare in totale emergenza e possiamo governare queste previsioni solo restando a casa”, ha sottolineato Zaia.

I numeri del coronavirus in Veneto

I numeri aggiornati al 15 marzo parlano chiaro e spiegano bene l’emergenza: 63 decessi, 2.172 positivi veneti intercettati facendo tamponi, 426 ricoverati, 129 idei quali n terapia intensiva. “Tutti i malati hanno in ogni caso bisogno di cure per guarire”, ha evidenziato Zaia.

Il piano concordato con i direttori generali coordinati dal direttore sanitario Domenico Mantoan prevede 1.300 posti, altri 212 in pneumatologia e 206 in terapia intensiva.

Il piano prevede oltre 825 posti di terapia intensiva dislocati in tutto il Veneto, 383 di sub intensiva. “A questi si aggiungono i 700 negli ex ospedali che stiamo riaprendo per circa 3mila nuovi posti letto”.

“Grazie ai veneti, ma servono ancora sacrifici”

“Ancora troppa gente continua ad uscire, nonostante siano stati chiusi molti parchi, giardini e non esistano più luoghi di aggregazione. Le proiezioni sono in crescita, sono preoccupanti e se non si seguono le regole si rischia di mettere a repentaglio se stessi, i parenti e anche i vicini di casa. Non bisogna andare più volte al giorno a fare la spesa per poter uscire e se ci si dimentica qualcosa si può acquistare il giorno dopo. Fra qualche giorno vi diremo se le restrizioni imposte avranno dato dei risultati, ma per ora vi chiedo di rimanere in casa. So che è difficile, che è un grande sacrificio, anche per i ragazzi, ma dovete farlo. Non bisogna nemmeno andare a pranzo dal vicino. E’ un sacrificio ma se abbassiamo la guardia adesso in molti perderanno la vita. Sono parole che non avrei mai voluto dire, ma sono costretto a farlo”.

Anna Bianchini

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