Quello che il Presidente della Regione Veneto ha più volte definito “l’artiglieria pesante”, il nuovo Piano di Salute Pubblica per fronteggiare ogni eventualità di ritorno importante del Covid-19 in autunno-inverno, è pronto ed è stato anche approvato dalla Giunta regionale, dopo l’avallo del proprio Comitato Scientifico.

Il documento, che delinea un rafforzamento a 360 gradi dell’organizzazione sanitaria e territoriale in tema di prevenzione e cura, è stato presentato oggi dallo stesso Governatore, affiancato come sempre dagli assessori alla Sanità e alla Protezione Civile, nel corso di un punto stampa dedicato alla situazione e alle prospettive del coronavirus in Veneto.

Gli interventi specifici contenuti nel Piano riguardano sei “macroaree”: i Dipartimenti di Prevenzione per le attività di sanità pubblica finalizzata alla prevenzione, monitoraggio e contenimento dell’epidemia; la capacità diagnostica delle rete dei laboratori di microbiologia anche con l’integrazione di nuovi test disponibili sul mercato; l’assistenza sanitaria territoriale per la presa in carico a domicilio; la rete dell’emergenza-urgenza (118 e Pronto Soccorso); l’assistenza ospedaliera per i casi più gravi che richiedono il ricovero in terapia intensiva, subintensiva, e in malattie infettive; il massimo utilizzo dei sistemi informativi regionali e di biosorveglianza per il monitoraggio dell’epidemia.

“Nei mesi scorsi abbiamo guardato in faccia il virus, abbiamo acquisito esperienza, conoscenza e capacità organizzativa grazie al lavoro di una squadra eccezionale – ha detto Zaia– Adesso mettiamo a frutto il tutto con un Piano che non lascia nulla al caso. Avremo una diagnostica ancora più celere con una capacità giornaliera di 32.000 tamponi, cui aggiungere i nuovi test rapidi e la nuova tecnica del pooling grazie alla quale si è in grado di processare più tamponi in un’unica provetta utilizzando una sola dose di reagente. Un fattore fondamentale per l’autunno-inverno, quando dovremo affrontare il probabile sovrapporsi dell’influenza stagionale e dell’eventuale Covid con molti sintomi simili e garantire a tutti la diagnosi. Gli ospedali sono pronti ad affrontare situazioni pesanti con tutte le dotazioni potenziate e il territorio è rafforzato con le Unità Speciali di Continuità Assistenziale e il ruolo insostituibile dei medici di medicina generale ai quali sarà affiancato un infermiere di famiglia ogni 4 MMG. Nessuno può dire cosa ci riservano i prossimi mesi – ha concluso il Governatore – e tutti ci auguriamo che il Covid non ritorni con l’intensità dei mesi scorsi, ma la sanità pubblica deve ragionare in termini di criticità elevata, e in Veneto questo è stato fatto”.

Particolare attenzione viene posta all’aspetto territoriale, nell’ambito del quale si conferma la validità del modello Veneto delle cure primarie, organizzato in medicine di gruppo integrate, e della sua evoluzione in team di assistenza primaria.

Sul piano ospedaliero sono anche previsti corposi investimenti: 81,9 milioni per il potenziamento di posti letto e strutture; 16,1 milioni per i Pronto Soccorso.

Per quanto riguarda l’organizzazione dell’attività delle microbiologie, il Piano conferma il coordinamento operativo dei 14 laboratori veneti in capo a quello dell’ospedale di Treviso e il laboratorio dell’Azienda Ospedaliera di Padova come centro di riferimento regionale.

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