Nessun ritardo sulla data delle elezioni regionali in Veneto. Semmai, se serve una accelerazione, è sulla scelta del candidato del centrodestra alla presidenza per la quale Luca Zaia approva il nome di Alberto Stefani. E anzi spera che su questa indicazione “non ci siano voci dissonanti”. Il presidente del Veneto lo spiega oggi ai cronisti che tornano a domandargli quando si voterà. Niente fretta, ribatte il governatore spostando il tema sul tavolo del centrodestra che “dovrà decidere quale partito esprimerà il candidato: ovvio che tifiamo perchè sia il nostro Stefani”. Quanto alla data del voto, Zaia rimanda alle legge che prescrive un anticipo di 50 giorni, quindi “non siamo in ritardo” rispetto al fatto che l’ultima finestra utile è quella del 23-24 novembre. Quindi il discorso torna su Stefani, “ragazzo in gamba, ha i numeri”, poi è vero che la guida della Regione è “una avventura complicata che si sa come inizia e non come si arriva” in fondo, ma a chi verrà “lascio una Regione in ordine e con un sacco di iniziative importanti come le Olimpiadi o i grandi investimenti in sanità”. E comunque “il mio successore deve sentirsi totalmente libero”, puntualizza Zaia rinviando sulla sua candidatura alla testa della lista che porta il suo nome (“Non confermo nulla, non ne ho ancora parlato, non si è discusso di nulla: nel momento in cui si faranno le liste si capirà cosa si farà”).

Ancora su Stefani continua Zaia: bene, “molto bene” l’endorsement di Galeazzo Bignami, capogruppo Fdi alla Camera; “molto bene se c’è condivisione sul profilo personale del candidato proposto, è un bel segnale però non so dire cosa deciderà il tavolo” nazionale di centrodestra, ma “spero che decida velocemente su questa partita”. Prima di Pontida? “Non è domanda da fare a me. Non lo so, spero che si possa sbrigliare la matassa velocemente perchè i partiti, e il nostro partito, dovranno organizzare la campagna” elettorale. Zaia assicura con un “assolutamente sì” il suo sostegno a Stefani e appunto si augura che non ci siano “voci dissonanti” si di lui. E se ci fossero? “Siamo in democrazia, ma qui abbiamo la responsabilità di continuare il buon governo di questa regione durato 15 anni. Tutte le classifiche sulla sanità e lo standing che ho dato io alla Regione, che prima non aveva, sono assolutamente da preservare”, conclude il presidente della Regione.

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