Il cambiamento climatico sta correndo. I territori sono sempre più sconvolti da eventi estremi, dalla siccità alle alluvioni. Estati sempre più calde, eventi estremi sempre più frequenti dalle conseguenze spesso drammatiche. Se da un lato i termometri delle città segnano oltre i 40°C, dall’altro le alluvioni e i nubifragi distruggono intere zone abitate.
Marco Rabito, tecnico meteorologo certificato, presidente di meteo in Veneto e vice sindaco del Comune di Monticello Conte Otto, negli ultimi anni ha avuto l’opportunità di partecipare a numerosi incontri promossi dalle amministrazioni locali, rivolti sia ai cittadini sia ai volontari della protezione civile. Si tratta di momenti fondamentali per sensibilizzare la popolazione sui fenomeni atmosferici estremi e sul cambiamento climatico, illustrando in modo chiaro quali comportamenti possono essere adottati prima, durante e dopo un evento avverso. In questi appuntamenti il dialogo è sempre molto vivo: le persone pongono domande, raccontano esperienze personali e cercano di capire come proteggere se stessi, le proprie famiglie e i propri beni. È evidente quanto la consapevolezza del rischio e la volontà di prepararsi siano cresciute negli ultimi anni.
Marco Rabito, come esperto meteorologo, Lei conduce anche incontri specifici per gli amministratori locali, che possono aiutare anche il primo cittadino a comprendere le dinamiche atmosferiche e a interpretare correttamente i bollettini meteorologici e gli stati di allerta del Centro Funzionale Decentrato della Protezione Civile Regionale. Perché?
I sindaci e gli amministratori hanno bisogno di capire come gli scenari regionali possano tradursi in situazioni concrete sui loro territori, quali siano le criticità principali e quali misure preventive o correttive attivare. Il loro ruolo è complesso: devono prendere decisioni operative rapide, coordinare tecnici e volontari e comunicare correttamente con la popolazione, il tutto sotto pressione e spesso in tempo reale.
Accanto alle amministrazioni, anche altre realtà del territorio hanno iniziato a promuovere eventi di approfondimento sui cambiamentintervista climatici e sui fenomeni meteorologici estremi. Quali?
Ci sono i Consorzi di Bonifica e le Associazioni di Categoria, come Coldiretti e Confartigianato, che organizzano incontri volti ad aggiornare i propri associati sulle conseguenze dei fenomeni atmosferici. In questi incontri si discute spesso della disponibilità idrica dei nostri territori, tema centrale per l’agricoltura e per molte attività produttive. Periodi prolungati di siccità o precipitazioni eccessive alterano l’equilibrio delle risorse idriche, rendendo più difficile pianificare coltivazioni, raccolti e gestione delle attività agricole. Diventa sempre più evidente che fare agricoltura, oggi, richiede capacità di adattamento e strumenti di prevenzione molto più sofisticati rispetto al passato.
Quando mi confronto con i sindaci, emerge chiaramente quanto il loro ruolo sia cambiato nel tempo. Non sono più solo autorità istituzionali, ma veri e propri presidi di protezione civile, responsabili della sicurezza dei cittadini e della gestione operativa del territorio. Molti riconoscono la necessità di approfondire la comprensione dei fenomeni atmosferici: vogliono sapere perché gli eventi estremi sembrano più frequenti, più intensi o più duraturi, e come interpretarli per tradurli in azioni concrete. Non si tratta soltanto di eventi improvvisi, come grandinate, nubifragi o raffiche di vento, ma anche di fenomeni lenti e persistenti: periodi di siccità prolungati, fasi di pioggia continua o ondate di calore che incidono profondamente sulla salute e sul benessere della popolazione, soprattutto sulle fasce più fragili.
Anche il tema della neve è sempre al centro dei dibattiti…
Negli ultimi anni, le nevicate in pianura sono diventate rare: non si registrano accumuli significativi dal 28 dicembre 2020. In montagna, il calo delle nevicate è evidente e ha ripercussioni dirette sul turismo invernale, che in molte località dipende ancora dall’innevamento naturale. Questo fenomeno ha inoltre conseguenze sul bilancio idrico della regione, influenzando la disponibilità d’acqua per la stagione successiva e mettendo in difficoltà settori come l’agricoltura e la gestione delle risorse locali. E gli amministratori raccontano spesso la dimensione umana del loro ruolo: le notti trascorse a spalare fango con i cittadini durante allagamenti, la verifica degli argini dei fiumi, il sostegno alle famiglie in difficoltà. Eventi del genere comportano costi economici, sociali ed emotivi significativi. È evidente quanto sia importante disporre di informazioni precise e tempestive, nonché di cittadini consapevoli e preparati, in grado di adottare comportamenti corretti per ridurre i rischi durante gli eventi estremi.In questo contesto, la protezione civile resta un pilastro fondamentale: coordina gli interventi, supporta le amministrazioni e guida la comunità nei momenti critici…
Si, anche se la protezione civile da sola non basta: una popolazione informata, consapevole e pronta all’autoprotezione rappresenta un elemento imprescindibile di sicurezza collettiva. Educare i cittadini a comportamenti virtuosi è parte integrante della prevenzione: riduce il numero di persone esposte al rischio e alleggerisce il carico operativo di sindaci, tecnici e volontari.
Un aspetto di grande rilevanza riguarda la consapevolezza del cambiamento climatico. A che punto siamo?
Viviamo in un’epoca in cui esistono ancora sacche di negazionismo: realtà politiche o culturali che minimizzano o negano l’evidenza dei cambiamenti climatici, nonostante questi abbiano effetti concreti e già responsabili di danni economici e sociali significativi. Fortunatamente, gli amministratori locali che ogni giorno affrontano queste conseguenze mostrano piena consapevolezza. Sono aperti all’ascolto, desiderosi di approfondire, pronti ad aggiornare le proprie competenze per supportare al meglio le proprie comunità. La loro disponibilità all’apprendimento continuo rappresenta una delle principali risorse per costruire comunità più resilienti e preparate. Ed è proprio attraverso questo dialogo costante — tra meteorologi, amministratori, volontari di protezione civile, consorzi, associazioni di categoria e cittadini — che possiamo costruire territori più consapevoli, sicuri e capaci di affrontare un clima che cambia. Unendo conoscenza scientifica, responsabilità amministrativa e cultura della prevenzione, trasformiamo informazioni e dati in azioni concrete, riducendo i rischi e proteggendo davvero le nostre comunità.
F.C.
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