Confronto serrato e concreto sui temi e le urgenze del settore primario di fronte a ben 2.000 agricoltori per i candidati alla presidenza del Veneto oggi al Gran Teatro Geox di Padova.

Gli agricoltori soci di Coldiretti Veneto sono arrivati da tutta la Regione per incontrare i candidati ai quali è stato presentato ufficialmente “Il Veneto che vogliamo”, documento programmatico redatto per la XII Legislatura con il quale l’organizzazione agricola si rivolge al prossimo Governatore del Veneto.
Sul palco, accolti dal presidente di Coldiretti Veneto Carlo Salvan e dal direttore Marina Montedoro sono saliti i candidati Giovanni Manildo per il centrosinistra, Marco Rizzo di Democrazia Sovrana Popolare e Alberto Stefani per il centrodestra.

A moderare il dibattito il giornalista e vicedirettore del Tg5, Giuseppe De Filippi, che ha aperto il confronto con alcune domande di attualità. Sul palco anche i presidenti delle federazioni provinciali veneti, insieme ai rappresentanti di giovani, donne e senior di Coldiretti Veneto. In platea parlamentari, assessori e consiglieri regionali uscenti e candidati di ogni schieramento.

“Il Veneto che vogliamo – ricorda Carlo Salvan, Presidente di Coldiretti Veneto – è una regione che riconosca il valore strategico dell’agricoltura per l’economia, per la salute dei cittadini, per la qualità dell’ambiente e per la coesione sociale. Vogliamo costruire, assieme alla politica, una visione condivisa che metta al centro la terra e la comunità. Alla politica chiediamo due cose: il coraggio delle scelte e risorse adeguate per il comparto agricolo. Chiediamo maggiori risorse per l’agricoltura veneta, perché quelle stanziate finora sono insufficienti, e un assessorato forte, con il quale siamo pronti a collaborare.
In un contesto globale segnato da crisi climatiche, economiche e sanitarie, l’agricoltura veneta si propone come modello di innovazione sostenibile, capace di coniugare tradizione e futuro.
Siamo la seconda economia agricola d’Italia, dopo la Lombardia, ma probabilmente la prima per varietà di produzione, 60 mila imprese in larga parte da noi rappresentate, coltivano 800 mila ettari e danno lavoro decine di migliaia di occupati. Generiamo oltre 8,5 miliardi euro di valore, siamo la prima regione d’Italia per dop economy e per percentuale di spesa dello sviluppo rurale. Abbiamo bisogno della Regione al nostro fianco, ne abbiamo bisogno velocemente e con strumenti operativi concreti.  Non possiamo e non vogliamo delocalizzare, siamo qui, vogliamo restare qui e faremo l’impossibile per le nostre aziende e le nostre famiglie. Coldiretti veneto oggi si pone davanti a voi con un pacchetto di proposte serie e concrete. Ci aspettiamo di programmarle e pianificarle assieme, con la forza della nostra rappresentanza e delle nostre idee. È il momento di pianificare con visione e responsabilità il futuro del settore – aggiunge Salvan – dove la filiera corta, il rispetto della biodiversità, la valorizzazione della distintività delle nostre produzioni, la difesa del suolo e l’educazione alimentare diventino priorità condivise. I nostri valori sono chiari: trasparenza, legalità, sostenibilità. Su questi principi chiediamo al futuro Governatore di costruire insieme a noi un nuovo patto per il Veneto che guardi al futuro, ma che affondi le sue radici nella nostra terra fertile e generosa coltivata e custodita dagli agricoltori”.

Il documento di Coldiretti Veneto, che si articola in un decalogo, mette in evidenza le sfide e le potenzialità del settore agroalimentare, affrontando aspetti sociali, economici e politici attraverso tre macrotemi centrali: Cibo, Terra e Futuro. La piattaforma programmatica si presenta come un manifesto di sfide ed un impegno in primis civico e ambientale, proponendo soluzioni concrete per una regione che guarda avanti, senza dimenticare le sue tradizioni e radici storiche.

Giovanni Manildo ritiene che la manovra finanziaria avrebbe dovuto mostrare maggiore attenzione verso il settore agricolo e sottolinea che l’agricoltura affronta sfide primarie, come il consumo di suolo e il rapporto tra suolo ed energia, temi sui quali è necessaria chiarezza e un confronto con le categorie. Afferma che l’agricoltura non è solo radici, ma identità e futuro sostenibile del Veneto, basato sulla qualità. Riconosce che la Regione ha introdotto nuove norme sui finanziamenti da perfezionare e chiede una collaborazione con gli istituti di credito per integrare il reddito delle aziende che fronteggiano prezzi troppo alti. Propone una alleanza per la diffusione virtuosa di fonti rinnovabili non soggetta al controllo di multinazionali che mirano solo al profitto con “mega factory”. La Regione deve impegnarsi a stare al fianco degli agricoltori e a trasformare l’ascolto in una vera alleanza. Propone la creazione di un fondo ad hoc per il sostegno contro gli eventi eccezionali, l’aiuto regionale per agevolare i fondi mutualistici e le integrazioni al reddito. È fondamentale un “mutuo aiuto” sul tema del cambiamento climatico. Punta al cambiare il metodo del governo, dal Veneto di uno al Veneto di tutti.

Marco Rizzo identifica i nemici principali dell’agricoltura nelle multinazionali del cibo che decidono il futuro del settore con un “solo tasto”, che hanno grande capacità economica e sono supportati dalla politica dell’Unione Europea, definita “matrigna nei confronti dell’agricoltura italiana”. Preferirebbe che le risorse di bilancio fossero destinate a “trattori piuttosto che in carrarmati. Critica aspramente le scelte “green” e vede un “bluff” dietro al tema ambientale, con la complicità di multinazionali, finanziarie, banche e l’Unione Europea. Riconosce la bellezza e la sensibilità ambientale del territorio, che soffre per la mancanza di manutenzione. Ricorda che gli agricoltori sono i custodi del territorio e propone che “la Regione agisca come un corpo intermedio con un fondo specifico per compensare i danni all’agricoltura non coperti interamente dalle assicurazioni. Il suo slogan è faremo quello che diciamo”.

Alberto Stefani sottolinea l’importanza del Veneto nel bilancio nazionale e definisce gli agricoltori come “cultori dell’ambiente” e custodi fondamentali per il contrasto al dissesto idrogeologico e la tutela del suolo. Critica il potenziale taglio del 20% della PAC, considerandolo un danno enorme, e chiede garanzie di fondi per gli agricoltori nella manovra finanziaria. “L’agricoltura veneta sa innovare e lo fa bene, è orgogliosa del passato ma proiettata al futuro. Dobbiamo potenziare il ruolo delle fonti rinnovabili con un gestore unico e potenziare i Consorzi di Difesa per fronteggiare i cambiamenti climatici. Sul fronte del credito il fondo di rotazione ritiene essere uno strumento utile ma scarsamente supportato dal mondo finanziario, deve invece agevolare le aziende in difficoltà e sollecita la creazione di una sinergia con le banche un patto sociale e fondativo affinché ritornino a supportare il territorio e il settore primario. Chi custodisce il suolo – aggiunge Stefani – come voi agricoltori svolge un’attività non solo imprenditoriale ma anche sociale, meritevole di sostegno politico. Sul fronte delle assicurazioni è indispensabile potenziare i fondi mutualistici per contrastare l’incidenza degli eventi non prevedibili e prevenire la scomparsa delle aziende, garantendo la continuità dell’attività agricola anche per la loro valenza sociale. Siamo con voi, continuiamo ad essere al vostro fianco, sempre”.

“Vogliamo portare il Veneto e i suoi agricoltori in un futuro migliore possibile e noi abbiamo intenzione di farlo da protagonisti”, conclude il presidente Salvan fra lo sventolio delle bandiere dei duemila soci imprenditori di Coldiretti Veneto.

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