“Dobbiamo aspirare al modello di autonomia finanziaria totale come quello ottenuto dall’SVP in provincia autonoma di Bolzano che appunto raccoglie le tasse e poi distribuisce a Roma la differenza e non viceversa. Rimane chiaramente sul tavolo anche la carta di un referendum indipendentista, dato che dopo mille giorni dal referendum di tre giorni fa ha dato risultati zero. A noi interessa il bene del Veneto e quello non è il modo per raggiungerlo: il partito territoriale sul modello del Trentino Alto Adige è l’unico che può far raggiungere al Veneto l’autonomia”.
A dirlo il candidato presidente della Regione del Veneto Antonio Guadagnini durante la conferenza stampa di presentazione dellle candidature relative al mondo dell’autonomismo e dell’indipendentismo veneto, federato nel Partito dei Veneti, nuovo soggetto politico nato nel mese di ottobre dello scorso anno.
Andando nel concreto, tra i punti nel programma del Partito dei Veneti c’è l’azzeramento del bollo auto e la gratuità dei libri durante tutto il periodo del percorso dell’obbligo formativo. “Approfondiremo questi temi durante il corso della campagna elettorale
Tra i candidati presenti alla conferenza stampa di Mestre alcuni rappresentano sigle storiche del mondo che chiede l’autogoverno per il Veneto.
Sonia Simioni, imprenditrice, candidata a Treviso spiega: “è una squadra sfaccettata e mista, mi impegnerò per difendere i diritti dell’impresa, che è il fulcro della vitalità del nostro territorio”.
Antonio Zanchin, di Santa Giustina In Colle (Padova), commerciante sottolinea che “dopo 20 anni di lavoro abbiamo un mondo indipendentista e autonomista finalmente unito. In Veneto abbiamo ancora molto da fare anche sul tema della tutela del malato. Non è possibile aspettare sei mesi un esame clinico nè essere subissati di ticket quando si accede ad un ambulatorio o addirittura al pronto soccorso”.
A Venezia correrà Corrado Callegari, ex parlamentare che sottolinea come “il confronto con Roma sarà un confronto duro, perchè la controparte non  molla: il problema dell’autonomia del Veneto è il residuo fiscale che dalla Capitale non  si vuole mollare”.
Presente anche Riccardo Szumski, medico di base e sindaco a Santa Lucia di Piave. “Credo che occorra uscire dal mondo delle parole e degli annunci al mondo del cambiamento concreto – ha detto Riccardo Szumski – e occorre uscire dal terrorismo sulla pandemia da Covid, e lo dico da medico, senza voler banalizzare, perchè c’è stato un approccio molto teatrante e poco incisivo”.
A Vicenza si presenta Bobo Sartore, di Progetto Veneto Autonomo, formazione che nelle ultime tre tornate regionali ha partecipato a coalizioni di centro sinistra. “Noi abbiamo a cuore tanto l’autonomia quanto il tema della natalità, costantemente in calo negli ultimi anni in Veneto – ha sottolineato Sartore – e continueremo a spingere su questo versante, come continueremo a lavorare sul tema del riconoscimento della lingua veneta, aspetto da portare avanti come maggiore convincimento di quanto avvenuto nel corso degli ultimi anni”.
Nicola Fragomeni, sindaco di Santa Maria di Sala (Venezia) sintetizza così il residuo fiscale: “Nel mio Comune ogni cittadino residente paga di tasse verso Roma 2300 euro e ne riceve 76 indietro. Credo che sia ora di campbiare passo con decisione – spiega Fragomeni – credo che la Regione possa dare un segnale forte attraverso l’azzeramento di balzelli insopportabili anche a livello regionale come il bollo auto”.
Della partita sono anche Alessio Morosin, già candidato lo scorso anno alla presidenza del Veneto quando Indipendenza Veneta raccolse il 2,5% dei voti validi, Stefano Zecchi, docente universitario e scrittore candidato dal Partito dei Veneti alla carica di sindaco di Venezia e Lucio Chiavegato, imprenditore capolista a Verona ed esponente del mondo movimentista vicino al gruppo dei forconi. A Rovigo il Partito dei Veneti fa riferimento a Emanuela Munerato, della rete 22 ottobre.

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