Nelle scuole del Veneto le cose non stanno andando bene, tutt’altro. Lo sottolineano i segretari regionali dei sindacati della scuola, Marta Viotto (Flc Cgil), Sandra Biolo (Cisl Scuola), Giuseppe Morgante (Uil Scuola) e Daniela Avanzi (Snals Confsal). “Dalle istituzioni scolastiche di tutto il territorio regionale giungono in questi giorni segnali allarmanti rispetto alla gestione dei casi di positività tra gli alunni e il personale”, in quanto “com’era prevedibile, a poca distanza dalla ripresa delle lezioni si stanno moltiplicando le classi con alunni positivi. Nella primaria sono saltati i tracciamenti con testing che le Asl non riescono più a garantire, nella secondaria l’auto sorveglianza si sta rivelando troppo gravosa e persino inutile a causa dell’incalzare dei contagi che stravolgono ogni tentativo di assicurare la continuità del servizio di istruzione”. E “neanche la Regione Veneto è in grado di fornirci dati reali”, sottolineano i sindacalisti. “I dirigenti scolastici e le scuole sono abbandonati a loro stessi”, continuano definendo “irresponsabile la scelta di scaricare sugli istituti la gestione delle quarantene, creando peraltro forte conflittualità tra scuola e famiglie”.

Dato questo quadro, “è insopportabile sentire il ministro Bianchi sostenere, sugli organi di stampa, che la scuola aperta sta funzionando senza grandi problemi”, attaccano Viotto, Biolo, Morgante e Avanzi, secondo cui “la realtà raccontata dal ministro è puramente virtuale e non corrisponde al disagio che tutti i giorni sempre più scuole ci comunicano”, mentre “il silenzio della Regione Veneto sui dati ufficiali della pandemia nelle classi, mai forniti nonostante le pressanti richieste delle nostre organizzazioni sindacali, è inaccettabile”. È quindi necessario che si convochi subito “il tavolo regionale permanente” per “esaminare i dati reali sui contagi nelle classi e uscirne con soluzioni condivise”, concludono i sindacalisti.

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