Lo sviluppo verso nord viaggia sulle rotaie ed il prolungamento della Valdastico Nord verso Trento è superato. Ne è convinta Magda Dellai, presidente di ViAbilità, che al naufragare dell’ennesimo progetto relativo all’autostrada Valdastico Nord ha messo sul piatto valutazioni di tipo turistico ed economico e ha rilanciato con una proposta che prevede uno snodo ferroviario tra Vicenza e Padova che punti a congiungersi con il tunnel di base del Brennero.

Contraria allo sviluppo della A31, in risposta a chi le ha fatto notare quanto bisogno ci sia del tanto atteso allungamento dell’autostrada, Dellai ha risposto: “Non sono d’accordo sulla necessità di un’autostrada locale che colleghi Vicenza a Trento. Più a nord non si va su gomma”.

Da qui la proposta: “Costruire una rete ferroviaria per trasporto merci e passeggeri lungo un tracciato simile, ad oggi tutto da pensare e puntare allo sviluppo di una nuova infrastruttura ferroviaria e progettare l’asse nord verso il Brennero non ampliandola da Verona ma costruendola da Padova-Vicenza, che diventerebbero nodi di smistamento merci cruciali, sia nella direttrice nord-sud che est-ovest- verso Schio/Thiene e Rovereto/Trento, che pure confluisca sul tunnel di Base del Brennero”.

Secondo Magda Dellai, un eventuale prolungamento della Valdastico nord sarebbe insostenibile sia a livello ambientale che economico e sarebbe inutile e improduttivo visto che porterebbe altri camion al valico del Brennero, che dovrebbero poi essere trasferiti su rotaia, modalità necessaria per valicare il confine austriaco.

“La A31 Nord rappresenta un modello di sviluppo superato, che incentiva gli spostamenti su gomma, che non considera la vivibilità dei territori ed è incapace di fornire una reale alternativa a uno spazio alpino e pedemontano – ha commentato Madga Dellai – La costruzione dell’autostrada Valdastico nord è chiaramente in contrasto con le politiche di riduzione del traffico veicolare e del potenziamento del trasporto su rotaia di persone e merci espressa anche nella Direttiva 2016/2284/UE del 14 dicembre 2016 che prevede una riduzione delle emissioni di gas a effetto serra del 40% entro il 2030, quando il contributo del trasporto su strada, sul totale delle emissioni del settore, è del 93,8%. Ma era l’unico progetto più o meno pronto di A4 per mantenere una rendita finanziaria elevata grazie al rinnovo senza gara europea della concessione autostradale, gravante dal punto di vista economico sulle spalle dei cittadini, dell’ambiente e del ‘Sistema Paese’. L’opposizione alla Valdastico Nord rientra nell’ambito di una tutela della montagna e della gestione della mobilità e dell’ambiente nel suo significato più pieno. Il fattore ambientale infatti, è tema decisivo per determinare il futuro delle valli alpine e prealpine e delle genti che ancora le abitano a cui serve una rete stradale che possa soddisfare al meglio le esigenze degli abitanti. Questo non può dirsi delle grandi infrastrutture stradali quali la A31 Valdastico Nord, che invece rischiano di determinare un cambiamento irreversibile dell’integrità territoriale e della vivibilità delle zone che attraversa e depreda. L’uscita su Rovereto poi è impossibile dal punto di vista della fattibilità, devastante dal punto di vita idro-geologico ed ambientale, inutile dal punto di vista viabilistico e trasportistico. Credo che anche il sistema turistico delle piccole dolomiti e poi del Trentino, l’Alto Adige e l’Austria sarebbero disponibili a discutere il progetto per la parte di loro competenza – ha concluso Magda Dellai – con i necessari adeguamenti della linea ferroviaria esistente Trento-Bolzano fino a Fortezza”.

A.B.

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