“Otto mesi di leva obbligatoria penso che possano essere una bella opportunità per i giovani. Un’eredità importante che potremmo dare ai giovani”, con queste parole il governatore del Veneto Luca Zaia ne appoggia il ritorno, voluto anche dal vicepremier Salvini. Per il ministro della difesa Elisabetta Trenta (pentastellata) un qualcosa “non più al passo coi tempi”.

La naja viene ora reclamata come modello formativo ed educativo per i giovani. Imputato a loro uno sbando troppo facile, dove pretendono diritti, ma degli obblighi non ne vorrebbero sentire parlare. Non tutti i giovani sono così, per fortuna, ma bastano gli atti di maleducazione ed inciviltà di quei ragazzi, e ragazze, a solleticare il desiderio di una misura preventiva o correttiva, in fatto di educazione.

Istituito con la nascita del Regno d’Italia, il servizio militare obbligatorio divenne operativo nel 1860.  Nel 1972 venne introdotto il diritto all’obiezione di coscienza, dando la possibilità di rifiutare la leva per motivi morali, religiosi e filosofici. Con una legge dell’agosto del 2004, con Berlusconi come premier, il servizio obbligatorio divenne inattivo a partire dal 1° gennaio del 2005, con la legge Martino.

Ana “con la naja, diventano responsabili”
“Si avverte la necessità di colmare un vuoto educativo che sta toccando in maniera trasversale tutti gli ambiti della società, dalla scuola alla famiglia, dalla Chiesa alla politica- commenta l’Associazione Nazionale Alpini – Come altre Associazioni dʼArma, chiediamo alla politica di interessarsi di un problema culturale ed educativo. Si tratta di tornare a seminare nelle nuovegenerazioni il senso della responsabilità verso quello che è il bene comune – conclude- Di fatto noi chiediamo il ripristino di un periodo di servizio obbligatorio dei giovani a favore della Patria nelle modalità che la politica vorrà individuare.

“Come ha dichiarato in questi giorni il Presidente dell’Associazione Nazionale Alpini, il trevigiano Sebastiano Favero – ribadisce Silvia Rizzotto, capogruppo di Zaia Presidente in consiglio regionale – è arrivato il momento di ‘tornare a seminare nelle nuove generazioni il senso della responsabilità verso il bene comune’.  Sono parole importanti, perché trasmettono ai nostri ragazzi la cultura del dovere, attraverso la divisa o nell’ambito della protezione civile o del volontariato, significa gettare una testa di ponte verso la costruzione di una nuova comunità nazionale i cui valori fondanti e imprescindibili sono quelli dell’identità e della responsabilità”.

Trenta “non c’è più bisogno”
Un’iniziativa vista di buon occhio dal fronte leghista, che incontra il parere sfavorevole di Berlusconi e della Meloni. Per il Pd aperta la porta ad una leva civile, ma non armata. Ma viene proprio dall’esecutivo il contrasto al ritorno in auge del servizio militare obbligatorio, con le dichiarazioni del ministro alla difesa, la grillina Elisabetta Trenta: “I soldati di oggi sono dei professioni e non abbiamo più le truppe che vengono dalle Alpi  -riporta il Corriere Della Sera  – E non c’è più bisogno di tanti soldati tutti insieme”.

P.V.

 

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