Circa 28 milioni solo per il primo anno, il doppio di quanto stanziato per il 2021, con la previsione di reperire ulteriori risorse per i prossimi due anni. E’ quanto mette sul piatto il Consiglio regionale veneto approvando oggi, con 34 voti a favore e 9 astenuti, il primo programma triennale per le politiche per la famiglia. Del totale del fondo, la quota maggiore va per potenziare i servizi per la prima infanzia (15,5 milioni) e ridurre le rette di frequenza di nidi, asili e servizi per la fascia 0-6 anni (4,9 milioni), per offrire un sostegno alla natalità e alla conciliazione dei tempi di vita e di lavoro. Altri 5,1 milioni sono destinati alle famiglie fragili con progetti di sostegno per famiglie numerose, monoparentali, con parti plurigemellari, figli orfani e per il potenziamento dei servizi di mediazione e assistenza dei consultori familiari (2,4 milioni). Le risorse restanti sono dedicate allo sviluppo degli Sportelli famiglia e delle reti territoriali; a creare luoghi e di spazi di incontro-confronto tra genitori; a implementare il “fattore famiglia”, come strumento integrativo per definire le condizioni economiche e sociali del nucleo familiare; a valorizzare gli organismi di rappresentanza delle famiglie del territorio regionale. Infine il programma prevede il potenziamento della “valutazione d’impatto familiare”, per misurare gli effetti degli interventi attivati rispetto alle politiche perseguite a sostegno della famiglia.

Insieme al programma l’aula ha votato all’unanimità anche alcuni atti di indirizzo per la giunta. Su proposta delle opposizioni, l’aula ha chiesto l’impegno a promuovere la Family card per agevolare le famiglie a basso reddito, e a presentare un disegno di legge regionale che riconosca la figura del caregiver familiare, in linea con la proposta di legge che prenderà forma in Parlamento. Sempre dalla minoranza arriva la richiesta (approvata) per ridefinire il numero dei Consultori familiari e rivederne l’accessibilità, nonché a rendere progressivamente gratuite le rette dei nidi e dei servizi socioeducativi per la prima infanzia. Il Consiglio aveva peraltro già accolto un emendamento per promuovere i nidi aziendali, anche nelle strutture pubbliche. Sempre con voto unanime, l’aula ha dato l’ok all’ordine del giorno proposto dalla presidente della commissione Sanità sulla formazione delle competenze genitoriali. L’atto impegna la Giunta a promuovere, in via sperimentale, l’educazione prenatale e un sistema integrato di percorsi informativi e formativi nei nidi, fondato sull’alleanza tra genitori, educatori e insegnanti. L’assessore alla Sanità e al sociale, Manuea Lanzarin ha definito il provvedimento “un cardine e strutturale nell’agenda politica della Regione”, che fotografa le trasformazioni della famiglia in Veneto: le famiglie sono cresciute dell’80% negli ultimi cinquant’anni, ma la loro composizione si assottiglia e si modifica. Delle 2.098.446 famiglie oggi residenti, 624 mila (pari al 31%) sono composte da una sola persona, le famiglie tradizionali con due figli sono 717 mila (il 6% in meno rispetto al 2007), le famiglie con un solo genitore 202 mila (il 15% in più rispetto al 2007), quelle ricostituite 103 mila (in aumento del 30%), le unioni civili sono 502.

Le coppie non coniugate rappresentano il 10% del totale, il 60% in più rispetto a dieci anni fa; le coppie senza figli sono aumentate del 10,8% nell’ultimo decennio. I figli si fanno sempre più tardi e 45 coppie su 100 hanno un solo figlio. L’andamento della natalità è sempre più in flessione: nel 2019 sono nati in Veneto 33.333 bambini, 15.282 in meno rispetto ai 48.615 nati del 2008.

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