Le dichiarazioni politiche si sono susseguite senza sosta dopo l’emergere del nuovo capitolo della contaminazione ambientale nella provincia vicentina e nell’area pedemontana del Veneto.
La deputata europea Cristina Guarda (Verdi, eletta nelle liste di Avs) ha puntato il dito: «La notizia dei dodici indagati conferma ciò che avevamo denunciato per primi già nel 2021. Allora, sulla base di un monitoraggio dell’ARPAV che rilevava la presenza di PFBA negli scarichi dei cantieri della galleria di Malo‑Castelgomberto, presentai un’interrogazione alla Giunta Zaia. Il Concessionario negava che la presenza degli inquinanti fosse riconducibile alle attività di cantiere e la Regione, dopo aver disposto ulteriori analisi, concluse che ‘le norme vigenti e la concessione in atto’ non prevedessero ‘azioni conseguenti di natura contrattuale, anche cautelari’».Guarda aggiunge: «È inaccettabile che un’opera pubblica diventi veicolo di nuove contaminazioni in un territorio già devastato dal disastro PFAS. Chi inquina deve pagare e la Regione a questo punto non avrà più alibi. Questa vicenda dimostra che le nostre denunce non erano gli allarmismi dei ‘soliti ambientalisti’. E forse qualcuno capirà che non siamo il ‘partito del no’ alle grandi opere, ma che abbiamo semplicemente a cuore la salute dei cittadini e la cura dell’ambiente in cui viviamo. Ora auspichiamo che la magistratura possa finalmente fare luce su questo nuovo capitolo della dolorosa vicenda della contaminazione da PFAS nel nostro territorio».
Parallelamente, l’uscita di Fabio Bui, candidato presidente della Regione Veneto per i Popolari per il Veneto, rende chiaro che la questione ambientale sarà uno dei nodi centrali della campagna elettorale: «Non bastano le sentenze, serve un Veneto che protegga davvero la propria terra e la propria gente. Il Veneto sapeva da anni e ha agito troppo tardi. È il momento di dire basta ai rinvii: la salute non può aspettare la prossima legislatura».Bui illustra un piano concreto per la tutela ambientale e sanitaria che prevede: le bonifiche avanzate con tecnologie come LIFE Capture e fitodepurazione; un Osservatorio Ambientale Indipendente per monitorare acque e suolo; incentivi alle imprese green e all’innovazione sostenibile; un Fondo regionale per la salute ambientale con screening gratuiti e risarcimenti e pressione sull’Unione Europea per il divieto totale dei PFAS.
«Le comunità venete chiedono giustizia e responsabilità. Mettere il Veneto al centro significa – conclude Bui – difendere la vita, l’ambiente e il lavoro delle nostre comunità.»
L’inchiesta: dodici indagati per inquinamento nei cantieri della Pedemontana
La Procura della Repubblica di Vicenza ha notificato un avviso di conclusione delle indagini preliminari nei confronti di dodici persone, indagate a vario titolo per i reati di inquinamento ambientale e omessa bonifica, nell’ambito dei lavori della Superstrada Pedemontana Veneta. I fatti contestati riguardano in particolare i lavori realizzati tra il 28 giugno 2021 e il 23 gennaio 2024 nei territori di Castelgomberto, Malo e Montecchio Maggiore (Vicenza).
L’accusa ipotizza che, nell’esecuzione delle gallerie naturali della Pedemontana (galleria di Malo e galleria di Sant’Urbano), sia stato impiegato un additivo accelerante per calcestruzzo denominato “Mapequick AF1000”, contenente l’acido perfluorobutanoico (PFBA), un composto della famiglia dei PFAS, in concentrazioni superiori ai limiti stabiliti dall’Istituto Superiore di Sanità. Le acque superficiali e sotterranee nella zona sarebbero state contaminate in modo “significativo”.
L’area in cui si è sviluppata l’inchiesta è già nota come zona ad alto rischio per la contaminazione da PFAS, fra le province di Vicenza, Padova e Verona. L’ipotesi accusatoria tocca l’operatività “di cantiere” di un’infrastruttura pubblica, e solleva interrogativi sulle responsabilità tecniche e gestionali delle imprese e degli enti che appaltano e vigilano. Le reazioni politiche riflettono una crescente pressione sulla Regione Veneto affinché assuma un ruolo più attivo e non solo “correttivo”, ma preventivo e sanzionatorio, in materia ambientale e sanitaria.
