Su ordine della Procura della Repubblica di Venezia, il Nucleo di Polizia economicofinanziaria ha dato esecuzione a una confisca nei confronti di Renato Chisso, già assessore regionale ai Trasporti e all’Ambiente, imputato per condotte corruttive nell’ambito dell’inchiesta M.o.SE. Il provvedimento si inquadra nella sentenza di patteggiamento con cui è stata definita la posizione del soggetto mediante l’applicazione della pena, su richiesta della parte, ad anni due, mesi sei e 20 giorni di reclusione (pena sospesa) e con la statuizione della confisca del prezzo del reato di corruzione, quantificato in 2.000.000 di euro. La confisca riguarda somme di denaro per complessivi 332.287 euro di cui Renato Chisso è risultato essere creditore nei confronti del Consiglio Regionale Veneto a titolo di vitalizio per il periodo dal mese di maggio 2018 al mese di agosto 2022 e fa seguito al precedente sequestro preventivo, operato per oltre 279 mila euro, relativo al trattamento di fine mandato quale assessore regionale. Per tale sequestro la difesa di Renato Chisso aveva proposto ricorso al Tribunale di Venezia chiedendo la restituzione dei 4/5 del vitalizio sottoposto a sequestro ritenendolo assimilabile al trattamento pensionistico e per tale motivo sequestrabile solo nella misura di 1/5. Il Tribunale di Venezia il 27 settembre 2018 ha rigettato il ricorso presentato confermando la confisca dell’importo di 279mila euro e dei ratei ancora da erogare a titolo di vitalizio. Ad oggi, nei confronti di Renato Chisso sono stati sottoposti a confisca oltre 625mila euro. Complessivamente nell’ambito del Processo Mose le indagini dirette dalla Procura della Repubblica di Venezia e delegate alla Guardia di finanza hanno consentito di far rientrare nelle casse dell’erario oltre 58 milioni di euro.

Agenzia Dire

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