L’alto vicentino sempre più terreno di gioco, quello fatto di slot e scommesse. Bruciati poco meno di 140 milioni di euro nel 2017. Il 33,33% in più rispetto all’anno precedente. Sale anche la spesa pro-capite, che passa da 851 a 1212 euro.
Le maglie nere vanno a Piovene con la giocata più alta, 1959 euro e Zugliano dove è balzata del 141%. Thiene e Schio le due città dove si sono spesi più soldi: 41,79 e 41,27 milioni di euro rispettivamente. Santorso il più ‘virtuoso’, che registra un calo di puntate e soldi spesi del 16%.

Il vizio del gioco dilaga ingrassando le casse dello Stato che, sempre nel 2017 e per i comuni analizzati, si è incamerato 16,18 milioni di euro. Puliti e al netto delle vincite, da sale slot, lotterie e macchinette ‘mangia soldi’ installate nei bar e nelle tabaccherie dell’alto vicentino. Un quadro preoccupante che denuncia l’incancrenirsi della ‘giocata che chiede un prezzo ben più alto della giocata pro-capite, stilata coi dati Aams (agenzia dogane e monopoli) resi disponibili dal gruppo editoriale Gedi. Perché la giocata, spesso compulsiva, annienta la mente della persona. Trascinandola, e con essa i suoi familiari, nell’incubo della ludopatia, coi costi sociali che ne conseguono. Una situazione, quella del 2017, che cristallizza il gioco d’azzardo nell’alto vicentino, considerando gli stessi Comuni del 2016.

Le cifre dei Comuni principali
Thiene, coi suoi 24309 abitanti è il Comune dove si sono spesi più soldi. Ben 41,79 milioni di euro contro i 25,49 del 2016, registrando un + 63,94%. Aumenta tutto a Thiene, dalla giocata pro-capite che passa da 1049 a 1719 euro, agli apparecchi presenti sul territorio: da 183 a 255. Una montagna di soldi bruciati che, sempre da Thiene, ha garantito l’incasso di 4,68 milioni allo Stato.
Sempre in termini di soldi spesi in un anno, Schio si piazza al secondo posto con 41,27 milioni di euro, contro i 32,73 del 2016 (+26,09%) Con poco più di 39mila abitanti la giocata pro-capite è stata di 1055 euro, rispetto all’anno precedente che è stata di 834 euro. Dopo un picco di apparecchi presenti nel 2016 (281), nel 2017 se ne contavano 236. Complessivamente lo Stato ha incamerato 4,85 milioni di euro.
La giocata più alta, sempre pro-capite, si registra invece a Piovene Rocchette. Con 8344 abitanti, ed un numero di apparecchi pressoché invariato, nel 2017 la spesa media è stata di 1959 contro i 1213 euro dell’anno prima (+61,5%). La spesa complessiva è stata di 16,35 milioni: 6,23 in più rispetto al 2016 (+61,56%). Allo Stato sono andati 1,65milioni di euro.
‘Vola’ Zugliano, in termini di giocata pro-capite. Coi suoi 6801 abitanti nel 2017 ha una giocata di 321 euro contro i 133 dell’anno precedente, registrando un +141%. In tutto sono stati spesi 2,19 milioni di euro, contro i 910mila euro del 2016 (+140%) e lo Stato ha incassato 450mila euro.
Malo. Coi suoi 14.855 abitanti la giocata pro-capite è salita, da 1036 euro a 1270 (+22,59%). In meno, invece, gli apparecchi rilevati, che sono passati da 79 a 73.In tutto sono stati spesi 18,88 milioni di euro, rispetto ai 15,73 del 2016 (+20,03%) Allo Stato sono andati 2milioni di euro.

Anche Marano finisce nel girone dei Comuni poco virtuosi. Con 9529 abitanti ha avuto una giocata pro-capite di 672 euro, contro i 369 del 2016 (+82,11%). In tutto sono stati bruciati 6,41milioni di euro: 2,87 in più rispetto al 2016 (+81,07%).
Zanè, 6661 abitanti, nel 2016 ne usciva ‘perdente’ con +262% sulle scommesse. Dodici mesi dopo tira un semi sospiro di sollievo. Anche se le ‘puntate’ ci sono state ed il leggera crescita, passando da 1409 a 1555 euro pro-capite (+10,36%). In tutto sono stati spesi 10,36milioni di euro, contro i 9,35 del 2016 (+10,8%). Per quanto riguarda il numero degli apparecchi sono diminuiti, passando da 66 a 54.

‘il virtuoso’
Santorso, 5711 abitanti, indossa la fascia del comune più virtuoso. Diminuisce la giocata, passando da 508 euro pro-capite a 427 euro (-15,94%). Calano anche i soldi spesi complessivamente: 2,44 milioni di euro, contro i 2,93 del 2016 (-16,72%). Giù anche il numero degli apparecchi che passa da 33 a 23. Allo Stato è andato circa mezzo milione di euro.

Paola Viero

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