La Regione Veneto batte un colpo dopo la bufera mediatica sullo screening preventivo dei nei e specifica che “non vi è stata alcuna modifica o riduzione nell’offerta di visite dermatologiche e di controlli per i pazienti con sospette lesioni pigmentate (nei o nevi), che continuano a essere garantiti in tutte le sedi pubbliche e ospedaliere del territorio regionale, secondo le modalità di accesso definite dalle singole direzioni sanitarie”. Significa che nel caso ci sia il sospetto di un melanoma, l’assistenza del sistema sanitario pubblico sarà garantita.

La notizia di questi giorni tuttavia, non riguardava i casi sospetti, ma le visite di prevenzione e controllo dei nei. “Praticamente, il dermatologo Ulss  anziché guardarti tutti i nei, ti guarda solo quello sospetto. Il Medico di base invece deve caricarsi anche dell’incombenza di guardarteli tutti, senza averne la competenza. Quello che abbiamo capito è confermato: la prevenzione, quella seria, non si fa più nel pubblico”. Sono le parole di Orianna Zaltron, portavoce del Covesap, in prima linea con il comitato molto attivo nell’Alto Vicentino per il ripristino dello screening preventivo, che, se non in caso di nei sospetti (come fa un semplice cittadino a riconoscere un caso sospetto?) sarebbe affidato al medico generico o al privato. 

La Regione Veneto tiene a specificare che “con l’entrata in vigore del nuovo nomenclatore tariffario nazionale dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), dal gennaio 2025 la cosiddetta “mappatura sistematica dei nei” non è più prevista come prestazione a carico del Servizio sanitario nazionale. Non si tratta di una scelta regionale, bensì di un aggiornamento stabilito a livello nazionale”.

Perché la mappatura non è più un Lea?

“La comunità scientifica internazionale (Ministero della Salute, società scientifiche dermatologiche, linee guida europee) è concorde: lo screening sistematico di tutti i nei nella popolazione generale non ha dimostrato efficacia nella riduzione dei melanomi invasivi né della mortalità per melanoma. Per questo non è paragonabile agli screening oncologici di comprovata utilità (mammella, colon-retto, cervice uterina) – dichiara la REgione Veneto – . Ciò non significa che la prevenzione sia meno importante: anzi, resta fondamentale adottare comportamenti prudenti e sottoporsi a controlli periodici dal proprio medico curante, che saprà valutare l’opportunità di ulteriori approfondimenti dermatologici”. La “mappatura sistematica dei nei” non è più un Lea per decisione nazionale. La visita dermatologica è garantita in tutto il Veneto: non ha subito alcuna limitazione e viene erogata in accordo con la prescrizione del medico curante. Il medico potrà richiederla ogni qualvolta vi siano sospetti clinici su un neo o su altre lesioni cutanee. “La Regione Veneto non ha emanato alcuna delibera o indicazione alle aziende di riformulare l’accesso alle visite e ai servizi dermatologici: alcune aziende sanitarie hanno autonomamente introdotto percorsi organizzativi specifici sul proprio territorio”, conclude la Regione Veneto.

N.B.

 

Meno costi, più rischi: in Veneto la prevenzione diventa un lusso – AltoVicentinOnline

 

 

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