“Le Case di comunità sono una buona idea. Ma senza medici e infermieri resteranno solo una buona idea. Strutture nuove, finanziate con i fondi del Pnrr , che rischiano di trasformarsi in scatole vuote. E mentre il centrodestra pensa a privatizzare ancora di più la sanità veneta, noi diciamo l’esatto contrario: la sanità pubblica sarà in cima alla nostra agenda. Punto e a capo”. Così Giovanni Manildo, candidato presidente del Veneto per il centrosinistra, secondo cui “il problema non sono solo i ritardi nei cantieri. È che mancano le persone. I professionisti. I medici e gli infermieri che dovrebbero far vivere quei luoghi e garantire cure, prevenzione, assistenza. Nelle aree montane e nei piccoli paesi il problema è addirittura peggiore: intere comunità sono ormai senza medico. E questo significa più solitudine, meno tutela, più accessi inappropriati nei pronto soccorso, più diseguaglianze. È così che si sgretola una sanità pubblica”. E all’idea di seguire il modello lombardo dunque “privatizzare ancora di più, io dico l’opposto: la Regione deve assumersi fino in fondo le sue responsabilità, che sono costituzionalmente prioritarie. Tagliare sulla sanità significa tagliare la qualità della vita dei cittadini. Il diritto alla salute deve tornare ad essere una vera priorità politica, non uno slogan elettorale. Noi- conclude- lo faremo subito. Con un tavolo permanente di confronto con associazioni, sindacati, ordini professionali. Con gli stanziamenti non solo possibili, quelli che finiscono per giustificare i continui tagli, ma con quelli necessari a garantire l’attrattività delle professioni sanitarie”. Manildo promette “investimenti per la sicurezza negli ospedali. Perché la sanità pubblica non può essere lasciata morire. Prendersi cura della salute delle persone è il primo dovere di una Regione”.

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