“L’aumento dei posti nelle facoltà di Medicina è una beffa. Così non si colma la carenza di medici, si alimentano solo illusioni”. È dura la critica della consigliera regionale del Partito Democratico e vicepresidente della commissione sanità, Anna Maria Bigon, dopo l’annuncio del Ministero dell’Università sull’incremento dei posti disponibili nei corsi di laurea in Medicina e Chirurgia.

Secondo Bigon, le cifre rese note – 56 posti in più a Padova e 25 a Verona – sono “una goccia nel mare” rispetto al fabbisogno reale. “Dopo l’abolizione del test d’ingresso – spiega – ci si aspettava un cambio di passo radicale. Invece ci troviamo davanti a un maquillage che non risolve nulla e scarica tutto sulle università, già al limite delle proprie capacità”.

La consigliera punta il dito anche contro la mancanza di una programmazione reale: “Moltiplicare gli annunci non risolve il problema. Servono più risorse, più spazi, più docenti e più personale sanitario per garantire una formazione di qualità lungo tutti e sei gli anni del percorso. Invece si rischia il caos”.

Bigon esprime preoccupazione anche per le modalità della riforma che, come previsto, porterà a una selezione dopo sei mesi di corso, lasciando fuori molti studenti che hanno già investito tempo e denaro. “Questo sistema rischia di bruciare le aspettative di centinaia di giovani e di sovraccaricare le università con una gestione confusa e senza una visione a lungo termine”.

L’appello finale è rivolto alla Giunta Zaia: “La Regione Veneto deve alzare la voce. Questo aumento ridicolo penalizza anche il nostro territorio, che ha bisogno urgente di medici. A pagarne le conseguenze saranno i cittadini, i pazienti e le future generazioni”.

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