“Quando è salito il drappo scoprendo l’immagine del Beato Giovanni Paolo I è stato un momento di grande commozione: il sorriso di Papa Luciani è riapparso dalla loggia di San Pietro, donando la stessa emozione del suo breve pontificato. Ma per i veneti ha ricordato anche l’immagine mai dimenticata dell’umile prete agordino, del vescovo di Vittorio Veneto e del Patriarca di Venezia”.

Queste le prime parole del Presidente della Regione del Veneto Luca Zaia a conclusione della cerimonia religiosa a San Pietro in Vaticano, durante la quale Papa Francesco ha proclamato la beatificazione del pontefice veneto, bellunese di Canale d’Agordo e salito al vertice delle diocesi vittoriese e veneziana prima di essere eletto successore di Pietro alla morte di Paolo VI nel 1978.

Bergoglio: “È stato un pastore mite e umile”

“Con la nostra autorità apostolica concediamo che il venerabile servo di Dio Giovanni Paolo I, Papa, d’ora in poi sia chiamato beato”: Papa Francesco proclama così la beatificazione di Albino Luciani. Verrà celebrato ogni anno il 26 agosto, a ricordo del giorno in cui, nel 1978, venne eletto 263esimo successore di Pietro. Nella loggia centrale della Basilica Vaticana è stato svelato il ritratto dell’artista cinese Yan Zhang che mostra il Papa con in suo sorriso mite e gentile.

Albino Luciani fu eletto Papa il 26 agosto 1978 e il suo è il pontificato più breve della storia della Chiesa: morì 33 giorni dopo l’elezione sulla cattedra di Pietro.

Bergoglio nella sua omelia dice che Giovanni Paolo I ha vissuto “nella gioia del Vangelo, senza compromessi, amando fino alla fine”, e “ha incarnato la povertà del discepolo, che non è solo distaccarsi dai beni materiali, ma soprattutto vincere la tentazione di mettere il proprio io al centro e cercare la propria gloria. È stato un pastore mite e umile, seguendo l’esempio di Gesù, e considerava se stesso come la polvere su cui Dio si era degnato di scrivere. Diceva: il signore si raccomanda siate umili, anche se avete fatto delle grandi cose dite: siamo servi inutili. Con il sorriso Papa Luciani è riuscito a trasmettere la bontà del Signore. È bella una Chiesa con il volto lieto, il volto sereno, il volto sorridente, una Chiesa che non chiude mai le porte, che non inasprisce i cuori, che non si lamenta e non cova risentimento, non è arrabbiata – una Chiesa non arrabbiata – non è insofferente, non si presenta in modo arcigno, non soffre di nostalgie del passato cadendo nell’indietrismo”.

di Redazione AltovicentinOnline

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