Non è l’ultima parola quella di Zaia, dopo che ha esultato per i numeri record sulla Pedemontana. L’opposizione fa i conti e sottolinea la voragine che dovranno pagare i veneti. Inoltre, gli sconti applicati non hanno reso la superstrada accessibile a chi non può mettersela. La  Pedemontana segna numeri in crescita nei primi due mesi dell’estate 2025. Secondo il presidente della Regione Veneto Luca Zaia, giugno e luglio sono stati mesi da record, con una media di 70.725 veicoli al giorno, che sale a 80.538 nei giorni feriali. Il picco è stato il 20 giugno con 84.449 transiti.

Anche i pedaggi crescono: a luglio la media giornaliera ha superato i 426.500 euro, per un incasso mensile di oltre 13,2 milioni. Ma il parametro tecnico più importante resta il Tgm (traffico giornaliero medio ponderato per i km): a luglio ha toccato 23.628, in crescita del +3,2% su giugno.

Zaia esulta: “È il terzo mese consecutivo di crescita. La Pedemontana si conferma moderna, sicura e utile”. A trainare i flussi sono sia i mezzi pesanti, sia i leggeri, grazie anche agli sconti del 60% per tratte entro i 25 km, che hanno incentivato i pendolari.

Verso l’estensione degli sconti

Confindustria chiede di estendere lo sconto alle tratte fino a 35 km, per includere più lavoratori pendolari. La Regione valuterà in base all’aumento del traffico.

Opposizione: “Il buco resta”

Ma l’opposizione, con Andrea Zanoni (Avs), smorza i toni trionfalistici: “Zaia parla di flussi record, ma il buco cresce. A fronte di un canone da oltre 200 milioni, le entrate stimate per il 2025 sono solo 148 milioni. Dai dati reali emerge che si fermeranno a 143 milioni, con un deficit di oltre 51 milioni di euro. Altro che equilibrio finanziario”.

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