Gli sconti sulla Pedemontana veneta “sono un flop” che “obbligherà a breve a trovare ulteriori 12,5 milioni di euro per coprire il buco relativo ai conti di questa infrastruttura, oltre ai 51,8 milioni di euro già previsti a bilancio per il 2025”. Lo dice il consigliere regionale di Europa Verde in Veneto Andrea Zanoni che stamattina, nella sala stampa di Palazzo Ferro Fini, mette in fila una serie di dati sui flussi di traffico e sull’entità dei pedaggi sulla Spv e aggiunge che “va aperto un nuovo tavolo di trattative con la concessionaria Sis per negoziare una quarta convenzione che tenga conto degli elementi emersi dal monitoraggio sul mese di aprile 2025, a un anno dall’apertura della strada. Noi, nel frattempo, continueremo a monitorare la situazione”. “È necessario prendere atto, anche alla luce della scarsa efficacia derivante dalla scontistica sui pedaggi voluta dal presidente Luca Zaia e dalla vicepresidente Elisa De Berti, che i conti relativi alla Spv sono sbagliati”, attacca Zanoni. “Il fallimento della mossa degli sconti, dimostratisi un flop- aggiunge- obbligherà a breve a trovare ulteriori 12,5 milioni di euro per coprire il buco relativo ai conti di questa infrastruttura, oltre ai 51,8 milioni di euro già previsti a bilancio per il 2025”. Il dato di riferimento è quello di aprile, il primo con la scontistica a regime pieno, iniziata il 10 marzo scorso: “Se proiettiamo questi dati nel futuro, a fronte di un incremento del traffico non imponente, di entrate da pedaggi che hanno ricevuto un aumento pari a circa 700.000 euro, di un canone concessorio annuo del valore medio di circa 300 milioni e di una media entrate annua stimata in 140 milioni di euro – il buco complessivo relativo alla Spv supererà, per i 39 anni della concessione, i 6 miliardi di euro”, sottolinea il consigliere.
“Zaia, sulla base di flussi di traffico inattendibili, rischia di passare alla storia come il presidente che lascerà il peggior conto in rosso al proprio successore”, rincara Zanoni. “Solo pensando ai prossimi 12 milioni di euro, dove si taglierà per reperirli? Solo per fare un esempio legato alle infrastrutture, 309 sono state le domande presentate da comuni che hanno partecipato ai bandi regionali destinati alla sicurezza stradale, 301 sono stati giudicati finanziabili, ma solo 79 quelli effettivamente finanziati: restano fuori gli altri 222, il 74% del totale, per una cifra di poco superiore ai 56 milioni di euro, peraltro vicina al dato della perdita prevista a bilancio per la Spv”. Anche per il capogruppo di Europa Verde Renzo Masolo, “si tratta di numeri eloquenti che rappresentano il fallimento di un’intera era, quella di Zaia, un macigno politico ed economico che peserà per i prossimi decenni sulle spalle di tutti i veneti”. In realtà, rimarca, “non è solo il fallimento di Zaia, ma anche della vicepresidente De Berti e di tutti i gruppi politici che hanno visto nella Spv l’infrastruttura del rilancio, mentre così non è, e la Regione rischia di pagare prezzi salatissimi, non solo quelli direttamente legati alla Pedemontana, ma anche quelli connessi a tutte le opportunità che rischiano di sfumare come gli investimenti sul trasporto pubblico locale o sulla mobilità sostenibile: un’opera, la SPV, fuori dalla realtà e contro gli interessi del Veneto”
