“Poche assunzioni nella Polizia di Stato del territorio vicentino. Il Decreto Sicurezza del governo è un bluff”. Lo sostiene il sindacato di Polizia Silp Cgil, che ha annunciato una mobilitazione nazionale seguendo il motto ‘Cambiamo la manovra’.

“Al momento il ‘governo del cambiamento’ si sta rivelando, per quel che riguarda la sicurezza, il governo del ‘cambianiente’ – ha spiegato Stefano Caicchiolo, segretario generale del Silp Cgil di Vicenza e Provincia – I rinforzi promessi nella nostra provincia arrivati in questi mesi sono soprattutto di gran lunga inferiori rispetto ai pensionamenti già previsti. 15 poliziotti giunti a Vicenza nel 2018 non coprono sicuramente i pensionati di quest’anno, mentre nei prossimi due anni si avrà una ulteriore diminuzione del personale per pensionamento, pari a più del doppio di quello appena trasferito in città. Un calo di organico che non ha conosciuto sosta: basti ricordare che nel periodo 2014-2018 il totale degli operatori della Polizia di Stato nella provincia di Vicenza ha subito una contrazione di più di 100 unità. Tutto questo inserito in un contesto, quello della legge di bilancio, che non prevede risorse e novità per i poliziotti, nonostante le promesse e gli annunci”.

Per questo motivo, dal sindacato è stata promossa una campagna di mobilitazione nazionale.

“Le risorse previste dal governo nella legge di bilancio sono sostanzialmente in continuità col passato e per quel che riguarda le assunzioni si riparte dalle 7.500 nuove unità nel triennio già programmate e finanziate dalla vecchia manovra – ha continuato Caicchiolo – Inoltre, per il nostro contratto di lavoro, che scade a fine anno, gli stanziamenti previsti, che vanno da 1.100 milioni nel 2019, 1.425 milioni nel 2020 fino a 1.775 milioni nel 2021, permetteranno un modesto incremento stipendiale pari a 31 euro lordi per il prossimo anno. 15,20 euro netti. Una miseria e un affronto intollerabili. Anche per quel che riguarda il riordino interno delle carriere, che dovrebbe servire a migliorare l’efficienza degli apparati, sono previsti appena 70 milioni di euro che si sommano ai 20 milioni. Cifre irrisorie – ha concluso il sindacalista – Questi sono i motivi per cui la manovra si deve e si può cambiare in parlamento. Iniziamo dunque un percorso di mobilitazione che coinvolga anche il nostro territorio con l’obiettivo di sensibilizzare i parlamentari locali e l’opinione pubblica”.

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