In Veneto accede al congedo di paternità ancora “un numero decisamente esiguo di lavoratori”: 1.686 padri dal 2018 al 2022. E in particolare, nel 2022, a fronte di quasi il 12% di lavoratori padri che utilizzano il congedo obbligatorio, solo il 9,2% di coloro che lavorano ha chiesto il congedo facoltativo. Per il Pd questi numeri dicono che le cose non vanno proprio come dovrebbero. Bisogna “scardinare lo stereotipo del lavoro di cura solo al femminile e venire incontro alle esigenze delle famiglie”, affermano i dem che oggi si sono visti approvare in Consiglio regionale una mozione che dice come cambiare le cose.

ECCO LE MISURE PER ESTENDERE IL CONGEDO DEI PAPA’

“Attualmente il diritto al congedo parentale non è ancora sufficiente ad incrociare i bisogni sociali delle famiglie. Al contrario, un congedo di paternità paritario a quello di maternità rappresenta una delle misure più efficaci per ridurre le diseguaglianze di genere, nel mercato del lavoro, all’interno della famiglia e nella società. Le madri, infatti, sono ancora considerate le principali e uniche responsabili della cura dei figli. E spesso sono costrette a rinunciare al lavoro o alle proprie personali ambizioni lavorative per corrispondere a questo stereotipo culturale. Questo blocco verso una società più giusta va superato”, afferma la capogruppo Pd in Consiglio regionale del Veneto, Vanessa Camani, prima firmataria della mozione approvata oggi dall’aula. Mozione che individua le misure da adottare: l’estensione della paternità obbligatoria a tutti i contribuenti per un tempo adeguato, sia per i lavoratori dipendenti che per gli autonomi; almeno 40 giorni di congedo obbligatorio in concomitanza con quello di maternità obbligatorio; la retribuzione al 100% dell’astensione obbligatoria dal lavoro per entrambi i genitori; l’allungamento del congedo facoltativo retribuito all’80%.

E IN VENETO IL PD SPRONA REGIONE: DIA BUON ESEMPIO NEI SUOI ENTI

“Siamo molto soddisfatti per l’approvazione della mozione da noi proposta”, dice Camani. La mozione fa appello al Governo, ma fissa per la Giunta regionale un doppio impegno: da un lato valutare la predisposizione della modalità di accesso ai congedi parentali per i dipendenti della Regione e degli enti strumentali più estensive rispetto alle previsioni nazionali. Contemporaneamente quello di incentivare il dialogo tra le parti sociali e datoriali affinché gli accordi territoriali di secondo livello incentivino l’accesso al congedo di paternità.

Mattia Cecchini Dire

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