“Un referendum pensato male, proposto peggio e terminato con un chiaro responso popolare: l’assenza di consenso.” Così il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, ha commentato l’esito del referendum appena archiviato, evidenziando come l’iniziativa si sia rivelata priva di fondamento e priva di reale sostegno da parte dei cittadini.
Zaia non usa mezzi termini nel definire l’intera operazione “permeata da forte demagogia” e sottolinea come, in altre circostanze politiche, un simile risultato avrebbe potuto innescare ben altri effetti: “A ruoli invertiti – osserva – saremmo di fronte a richieste di dimissioni, crisi di governo e scioglimento anticipato delle Camere.” In questo caso, però, il centrodestra si limita a registrare l’esito politico di un’iniziativa che, secondo il governatore, è naufragata per mancanza di contenuti e radicamento nel Paese reale.
“L’esito del voto – prosegue Zaia – rafforza non solo la legittimità dell’azione di governo, ma anche la coesione e la credibilità del centrodestra, che esce da questa prova rafforzato.” Una lettura netta, che ribalta le critiche sollevate da alcuni ambienti dell’opposizione e ribadisce l’unità del fronte di governo, uscito indenne – e secondo alcuni, addirittura rinvigorito – dalla consultazione.
Il commento di Zaia si inserisce in un clima politico ancora teso dopo il voto, con le opposizioni che denunciano una mancanza di ascolto da parte del governo e una gestione politicizzata della campagna referendaria. Ma per il governatore veneto il messaggio è chiaro: “Il popolo ha parlato. E ha detto no.”
