Colpiscono i suoi toni moderati, rispettosi di tutti e la sua educazione, che scacciano gli slogan urlati che con lui sembrano lontani anni luce. Non sembra nemmeno un leghista. L’attenzione al Sociale e al mondo animale le sue “bandiere”. La qualità della vita della persona per lui prevale su ogni ideologia perchè certi temi sono talmente sacri da non appartenere nè solo alla destra, nè solo alla sinistra, ma rappresentano l’obiettivo di tutti.
La settimana scorsa, al teatro Geox di Padova, Alberto Stefani ha aperto ufficialmente la sua campagna elettorale per la candidatura a Governatore del Veneto, alla presenza del vice premier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini, e del governatore uscente Luca Zaia.
Alberto Stefani, 33 anni il 16 novembre, enfant prodige che nel 2014 era già consigliere comunale a Borgoricco, dove nel 2019 è stato eletto primo cittadino, ha scelto di presentarsi nella città del Santo per un primo confronto sui temi al centro della sua agenda elettorale, promettendo che sarà una campagna Comune per Comune, a stringere le mani dei veneti.
Stefani, Lei ha segnalato alcuni punti su cui vuole lavorare: l’introduzione dei psicologi nelle scuole, il disagio giovanile, gli anziani a cui dare la precedenza, gli animali per i quali occorre lavorare perché il loro ruolo nella società sia riconosciuto a livello istituzionale, sino alla difesa dell’ambiente e del lavoro». Nel suo impegno da parlamentare si è distinto anche per l’attenzione ad alcuni temi sociali, come ad esempio i diritti dei caregiver, violenza su donne e minori. Ci spiega perché?
Sono liberale e provengo da una cultura politica che mette al primo posto la libertà di impresa e il valore del lavoro. Ogni giorno, da mesi, ben prima della mia candidatura, mi confronto con imprenditori e artigiani e discuto con loro. Ma ho messo il sociale al primo posto del programma, perché la nostra società sta cambiando e perché il sociale riguarda tutti. Un esempio? Secondo una stima, nel 2030 in Veneto avremo fino a 400.000 lavoratori in meno. Questa preoccupazione non è solo della politica o degli analisti, ma anche degli imprenditori, che lamentano mancanza di manodopera specializzata. Per invertire questa tendenza occorre agire su più livelli. Sociale compreso. Un welfare sempre più prossimo, una formazione sempre più efficace, condizioni migliori per le giovani famiglie, incentivi per i caregiver e lotta alla denatalità sono interventi di ambito sociale, i cui effetti però riguardano anche l’impresa.
A proposito di anziani e giovani. Lei ha creato “Veneto domani”, la prima scuola di formazione politica della Liga veneta. Con quale intento?
La politica e le sue proposte devono fare i conti con la realtà. E oggi la realtà ci pone davanti a nuove sfide. Sia a livello di temi, che di linguaggio. “Veneto Domani” risponde a questa esigenza. Abbiamo promosso incontri molto partecipati, con 600 presenze ciascuno. Con approfondimenti su temi già dibattuti dal nostro movimento, come le tasse, l’impresa, l’autonomia. E abbiamo pure, con grande successo di pubblico, discusso insieme ad esperti, amministratori e professori universitari di questioni nuove: dal sociale all’ambiente, lasciando da parte l’ideologia. Da Veneti autentici, abbiamo puntato sull’analisi dei dati, sul confronto con l’esperienza e sull’elaborazione di soluzioni pratiche. Il nostro programma di governo della Regione è così ricco anche grazie a questa serie di incontri.
Ha affermato che abbiamo bisogno di un Veneto che si faccia comunità. Cosa intende dire con questa parola?
Comunità è una delle parole d’ordine del nostro programma. Di più, è una delle parole d’ordine di una società forte, unita e prospera. La storia lo insegna: nessuno si salva o si realizza da solo. Il male del nostro tempo sono le divisioni e l’egoismo. Etimologicamente Comunità significa “impegno comune”. Desiderare che il Veneto sia sempre più Comunità, significa combattere la deriva della società post moderna, che produce relazioni instabili, frammentazione e solitudine. E provare a realizzare un ordine sociale basato sulla collaborazione. Sarte diceva che “l’inferno sono gli altri”. Noi diciamo che gli altri sono un’opportunità, non un limite.
Durante l’apertura della campagna elettorale, ha dichiarato che trascorrerà la campagna elettorale nelle piazze e nelle periferie dei nostri comuni, cercando di stringere le mani a quanti più Veneti possibili, forte di una eredità importante che le lascerà Luca Zaia. Quale sarà il suo impegno nel farsi portavoce con i cittadini veneti per guadagnarsi la fiducia del voto e diventare il Governatore più giovane d’Italia?
Ascoltare, imparare, condividere soluzioni. Stare in mezzo alla gente serve a questo. Ben prima della mia candidatura, la Lega ha inaugurato un percorso di partecipazione che, da febbraio, ci ha portato nelle piazze del Veneto con più di 2000 gazebo. Lo sviluppo naturale di questo percorso sono i numerosi incontri che stiamo continuando a organizzare, insieme ai nostri candidati e ai nostri militanti. Senza polemiche, stringendo la mano anche a chi non la pensa come noi. Ovviamente, questo lavoro è facilitato dalla straordinaria amministrazione di Luca Zaia e della sua squadra, dei quali raccogliamo il testimone con spirito di servizio, concretezza e impegno.
di Redazione AltovicentinOnline
