“Ho sempre pensato che il nostro compito non fosse solo quello di discutere leggi, ma anche di custodire e rafforzare l’identità, i valori e l’autonomia del Veneto. Spero che, in questo percorso condiviso, siamo riusciti a lasciare un segno positivo, a guardare al futuro con coraggio senza dimenticare le nostre radici”. Con queste parole il presidente del Consiglio regionale del Veneto, Roberto Ciambetti, si è rivolto  all’aula consiliare di Palazzo Ferro-Fini ormai ai saluti date le imminenti elezioni regionali. Lo ha fatto anche per ringraziare “per la collaborazione, per i momenti di confronto e anche per quelli di dissenso, che hanno arricchito il dibattito e reso più viva la nostra democrazia. Lascio questa Presidenza con la consapevolezza che il Consiglio regionale continuerà a essere il cuore pulsante della nostra autonomia e della nostra democrazia. È stato un onore e un orgoglio servire il popolo veneto insieme a voi. Grazie”. Ciambetti (alla guida del Consiglio regionale del Veneto negli ultimi 10 anni) ricorda come nel tempo il Consiglio abbia “affrontato sfide complesse, discusso e approvato leggi che hanno inciso sulla vita dei nostri cittadini, ha rappresentato un luogo di confronto, a volte acceso, ma sempre libero e democratico. Se siamo riusciti a far funzionare al meglio questa Assemblea è merito non di una persona sola, ma del lavoro di tutti: dei colleghi consiglieri, che ringrazio uno ad uno per la passione e la competenza; degli Uffici e del personale del Consiglio, che con professionalità hanno garantito continuità ed efficienza; dei cittadini veneti, che ci hanno dato fiducia e hanno riposto nelle nostre mani la responsabilità di legiferare per il bene comune”.

Nella seduta, il Consiglio regionale ha approvato all’unanimità il progetto di legge 350, a prima firma di Ciambetti che mira a evitare la decadenza, con la fine della legislatura, delle iniziative legislative in materia di variazione delle circoscrizioni comunali e a fare salvi i procedimenti già oggetto di determinazioni istruttorie da parte del Consiglio. La legge, inoltre, dispone -in relazione ai procedimenti per i quali ricorrono le condizioni per l’indizione dei referendum consultivi delle popolazioni interessate- che gli stessi referendum possano svolgersi in una data successiva al 31 ottobre, termine ordinario stabilito dalla legge regionale 25 del 1992.

 

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