Votano sei regioni, quindi è chiaro che non posso chiedere tutto dappertutto: la priorità, per quanto riguarda la Lega, è evidentemente proseguire col buon governo decennale in Veneto, questo è evidente”. Lo ha affermato Matteo Salvini, vicepresidente del Consiglio, ministro per le Infrastrutture e leader della Lega, a margine di un sopralluogo al cantiere del passante Av di Firenze. Salvini ha risposto alle domande dei giornalisti sui tempi per definire la candidatura del centrodestra in Toscana: “Spero prestissimo – ha detto -, d’altronde non mi sembra che ci siano idee chiare neanche a sinistra. Però noi siamo pronti, e come Lega puntiamo a crescere. Poi da ministro io faccio quello che è il mio dovere, non faccio cantieri elettorali, i cantieri li fanno gli operai, le imprese, gli ingegneri, i tecnici. Noi ci mettiamo i finanziamenti, le norme e la buona volontà”. Il leader della Lega ha anche parlato di Elena Meini, indicata dal partito regionale come potenziale candidata a governatore: “Elena è bravissima – ha sottolineato -, è e sarà un punto di riferimento per la Lega in Toscana, questo è fuori di dubbio”.
Ha voluto che l’inizio non fosse “casuale”, e ha scelto un parco, “non una sala congressi”, semai “un luogo vivo, aperto, pensato per la collettività, per l’immaginazione, per i più piccoli. Un luogo dove si impara e ci si emoziona, dove si costruisce comunità. Ecco, questo sarà il nostro metodo di campagna: uscire dai riti consunti della politica, dai palchi tutti uguali, per tornare a parlare alle persone. Nei luoghi della vita vera. Questo non è solo un inizio. È un inizio diverso”. Giovanni Manildo, candidato presidente del Veneto per il centrosinistra, ha aperto la sua campagna elettorale oggi al Parco degli alberi parlanti di Treviso davanti a 500 persone. La sfida al feudo di Luca Zaia è lanciata: “Mi candido alla presidenza del Veneto perché credo che sia possibile cambiare. Perché dopo troppi anni in cui il destino della nostra terra è stato affidato a un uomo solo al comando, è il momento di aprire una nuova stagione. Una stagione fondata sull’ascolto, sull’unità, sulla forza delle differenze”. E, secondo Manildo, “il Veneto può e deve ambire a qualcosa di più”. Ma “questa sfida non è personale: da solo non basta nessuno”. Manildo però, almeno in questi primi giorni di ‘assaggio’ di campagna elettorale, solo dice di non essersi sentito: “Sono stato travolto da un’ondata di messaggi, telefonate, racconti. Una mappa emotiva del Veneto, fatta di storie vere, di nomi e di volti. E ogni volta che ne ascolto una, capisco perché questa sfida è così necessaria. C’è chi mi ha scritto per raccontare che non riesce più a pagare la casa di riposo per i genitori. Chi aspetta da mesi una visita medica e alla fine rinuncia. Chi lavora ogni giorno in condizioni precarie, e teme per la propria sicurezza”. E tuttavia, la sua campagna elettorale non sarà “del lamento”.
In Veneto la gente “ha perso la speranza di trovare casa, ha paura dell’acqua che beve”, vede i giovani andarsene, “eppure c’è chi ci racconta, da anni, che va tutto benissimo. Che i problemi non esistono. Certo, abbiamo energie straordinarie. Ma non possiamo più far finta che non esistano due Veneti: uno da cartolina e uno che ogni giorno convive con la fatica”, ammonisce Manildo. Però, appunto, “questa non sarà mai una campagna del lamento. Non sarà una campagna contro qualcuno. Sarà una campagna che guarda avanti, e che però guarda in faccia la realtà, che sceglie di non voltarsi dall’altra parte”. Riconoscendo le fragilità si può “generare forza. E oggi le fragilità non vivono più ai margini. Sono dappertutto. Investire su queste fragilità non vuol dire rallentare. Vuol dire costruire slancio”. In questo senso il primo pensiero è per i giovani (“Per questo ho voluto che il primo appuntamento della mia campagna fosse a Padova, tra gli studenti: se vogliamo davvero creare futuro, dobbiamo partire da chi il futuro lo incarna”): i giovani veneti se ne vanno non per “spirito d’avventura, ma perchè non trovano alloggi accessibili, borse di studio, non si sentono ascoltati” e senza giovani, niente “dottori, manager, forza lavoro”. Poi gli altri temi: la sanità (“Non può essere una lotteria”), la casa (“un alloggio dignitoso sta diventando impossibile per troppi”), la difesa dell’ambiente (“Fermare il consumo di suolo”), il lavoro (“La sicurezza sia priorità” e l’impiego va “ben retribuito”), le imprese (serve “un ritrovato slancio nella competitività internazionale”), la scuola, la cultura, la formazione “troppo spesso trascurate”. Non manca un pensiero per la pace e per Gaza.
Dopo il “Veneto di uno, costruiamo il Veneto di tutti. Siamo qui perché è arrivato il momento di voltare pagina. Dopo trent’anni, serve una nuova idea di Regione. Il centrodestra cerca un nuovo monarca a cui passare la corona. Ma i veneti non vogliono un re. Vogliono essere ascoltati, riconosciuti, coinvolti”, scandisce Manildo prevedendo un cammino “entusiasmante, faticoso, ma necessario”. poi la chiamata sul palco degli alleati: Pd, Avs, M5s, Liste civiche progressiste, Veneto che Vogliamo, +Europa, Volt, Psi, Movimento Socialista Liberale, e anche Iv. Mai c’era stato un campo così largo in veneto: “Insieme stiamo costruendo un progetto credibile” che “non attende che le decisioni vengano prese a Roma, nelle segreterie dei partiti, alla faccia dell’autonomia tanto sbandierata e mai attuata”. Scatta quindi la foto sul palco, “il volto di una nuova stagione che vogliamo costruire insieme”. Il lancio della campagna di Manildo è “stato un momento straordinario- dichiara per Avs Andrea Zanoni- abbiamo respirato entusiasmo”. Per Luana Zanella, capogruppo Avs alla Camera, “Manildo rappresenta una proposta seria, credibile e innovativa per il Veneto. Con lui possiamo costruire un progetto politico che metta al centro le persone, l’ambiente e i diritti”.
