“Matteo Salvini ha lasciato Luca Zaia ed Erika Stefani  soli, l’autonomia non era una sua priorità. Per ottenerla, siamo pronti a spingerci oltre i confini della Lega”.

Marino Finozzi non fa sconti al leader della Lega, partito con il quale lui stesso è stato assessore e consigliere regionale e a pochi giorni dall’insediamento del nuovo governo, nato da un accordo tra il ‘nemico’ Partito Democratico con quei 5 Stelle ex alleati del Carroccio, non se la sente proprio di difendere il ‘Capitano’ e le sue “scelte incomprensibili” e si dice disposto addirittura “ad aprirsi al di fuori della Lega” pur di dare esito positivo al referendum del 22 ottobre 2017.

Finozzi ci va giù duro: “Capisco se avesse fatto  cadere il governo per uno scontro sull’autonomia, invece sul tema è stato sempre troppo debole, Salvini non ha mai fatto nulla per il Veneto”, ha commentato con tono amareggiato, con la delusione tipica dell’uomo politico consapevole di avere avuto una grande occasione e di averla gettata al vento senza ragioni.

Ora per Finozzi si apre un nuovo capitolo, che lo vede al timone di quel ‘Comitato Veneto Autonomo subito’, che era nato per dare sostegno al governatore Luca Zaia nel suo ‘spingere’ il governo per ottenere l’autonomia e invece ora potrebbe diventare un punto di

riferimento per il popolo Veneto ed uno strumento per dare davvero fastidio a quel ‘capitano’, che di autonomia non ha mai parlato.

Un ‘capitano’ che in queste ore sta perdendo sempre di più appeal agli occhi di molti leghisti veneti che, come si può notare negli innumerevoli commenti sulle pagine di ministri e onorevoli, non hanno approvato l’idea di Salvini di far cadere il governo senza un motivo eclatante e non si sentono più ben rappresentati da lui.

La pensa nello stesso modo Finozzi, che ha deciso di battere i pugni con ogni mezzo. “La Lega che ora siede a Roma all’opposizione deve avere l’autonomia come primo punto del programma – ha sottolineato Finozzi – altrimenti tutto il lavoro fatto finora si risolve in una bolla di sapone. Salvini è stato troppo tiepido sul tema autonomia, non ne ha parlato nemmeno quando ha fatto cadere il governo e ci ha lasciati tutti sbalorditi, incapaci di comprendere. Io avrei accettato se lui avesse messo all’angolo i 5 Stelle sul tema autonomia e poi, se loro avessero continuato con il ‘no’, avrebbe avuto senso far cadere il governo”.

Quello che molti leghisti ora contestano a Salvini è di non aver messo al centro del suo governo l’argomento più caro al nord, a quel nord che ha reso la Lega un partito e che ha fatto di Salvini il suo leader. Far cadere il governo sull’autonomia, secondo molti leghisti, sarebbe stato dignitoso, “quel che fatichiamo a capire è che abbia chiuso il governo nel momento in cui era il leader assoluto, per piccoli problemi che c’erano fin dall’inizio e che non hanno mai rappresentato una novità”, ha spiegato Finozzi.

Il ruolo del Comitato Veneto Autonomo Subito

“Ci troveremo con il comitato tra pochi giorni e poi a Pontida, il 15 settembre, avremo modo di capire come ci dovremo muovere – ha detto Finozzi – Il 22 ottobre è il secondo anniversario del referendum per l’autonomia e intendiamo accelerare il dibattito in parlamento. Siamo pronti anche a spingerci oltre i confini della Lega pur di ottenere l’autonomia. Al momento Luca Zaia è l’unica persona che ha capacità ed esperienza per portare il Veneto verso una vera autonomia, Salvini non ha mai fatto nulla per il Veneto”.

Anna Bianchini

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