Da un lato, “predisporre le risorse umane e i fondi necessari per garantire l’effettuazione delle prestazioni ambulatoriali nei tempi prestabiliti”. Dall’altro, “rimborsare quanto speso dai cittadini costretti a ricorrere al privato” e “pubblicizzare in maniera efficace le procedure di richiesta di rimborso”. Sono questi gli impegni fissati per la giunta Zaia da una mozione presentata dai consiglieri regionali del Pd Veneto, con in testa Anna Maria Bigon assieme a Francesca Zottis, Vanessa Camani, Jonatan Montanariello, Giacomo Possamai e Andrea Zanoni. “La normativa prevede che, se la prestazione richiesta si prolunga oltre il termine fissato, l’assistito possa chiedere di effettuarla presso una struttura privata. La differenza di costo va carico dell’Ulss di appartenenza”, ricorda i dem. Nella mozione si ricorda che, secondo i dati forniti dalla stessa Regione, le prestazioni ambulatoriali erogate (circa 16 milioni) sono rimaste più o meno invariate dal 2019 al 2022. Invece quelle prescritte, che erano circa 25 milioni nel 2019, sono balzate a 29 milioni nel 2022. Dunque “è notevolmente aumentato lo scarto tra le prestazioni mediche erogate e quelle prescritte, che ammontano a ben 13 milioni. Tutto ciò, a discapito di milioni di cittadini veneti che non hanno potuto effettuare le visite nei tempi prestabiliti”. Dunque, “auspichiamo- concludono Bigon e Zanoni- che la maggioranza prenda coscienza della necessità di un massiccio piano di investimenti sul fronte del personale e degli strumenti in grado di ridurre considerevolmente le liste d’attesa, come peraltro promesso e annunciato dalla Giunta fin dall’inizio delle legislatura”.

 

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