I circa 550.000 alunni del Veneto torneranno a scuola, “ma per alcuni di loro gli orari scolastici saranno ridotti ancora per un bel pezzo, dal momento che anche quest’anno molte cattedre resteranno vacanti”, avvisa la Cgil. Dei 5.651 posti per docenti assegnati dal ministero ne sono stati infatti coperti solo 4.020. Se a questo si aggiunge che il contingente del ministero è “ben lontano da coprire il fabbisogno di tutto il Veneto, a cui servirebbe invece il 40% in più, si capisce bene che il risultato di questo continuo disinvestimento rappresenta, ancora una volta, un danno alla scuola pubblica”, puntualizza Michael Cacciato, segretario della Flc-Cgil del Veneto. Risultato: “Non solo si continuano a tenere i docenti in una situazione di precarietà, ma non si garantisce né la continuità didattica né il diritto allo studio. Tutto questo viene subìto soprattutto dagli alunni più fragili e dalle loro famiglie in quanto molti posti per il sostegno rimangono vacanti e in seguito assegnati a precari ai quali non viene garantito un adeguato percorso di formazione”.
La Flc chiede quindi un confronto urgente con l’Ufficio scolastico regionale per fare il quadro della situazione, “con dati certi sull’organico di fatto (basato sulle esigenze reali delle scuole venete) e su quanto questo si scosta dall’organico di diritto (assegnato dal ministero e ogni anno del tutto insufficiente a coprire il fabbisogno), in modo da avviare un percorso che assicuri nelle prossime politiche scolastiche un investimento nel comparato dell’istruzione, per garantire il superamento del precariato e garantire il diritto allo studio”.
