Sono sempre sul pezzo e anche quando apparentemente non richiesto, gli angeli custodi del soccorso hanno sempre un occhio vigile. Ma se per il Soccorso Alpino è sempre chiaro come muoversi in caso di bisogno, non si può dire altrettanto per chi invece potrebbe trovarsi in situazioni di difficoltà. Significativo – e utile da leggere soprattutto per chi si avventura in escursioni in luoghi poco battuti – da questo punto di vista quanto riferito in un post dalla struttura regionale del CNSAS.

“Ieri sera verso le 21 una persona ha visto dei segnali luminosi nella zona del Cernera e, temendo si trattasse di qualcuno in difficoltà, ha contattato il 118.

Il capo del Soccorso alpino della Val Fiorentina ha raggiunto la chiamante a Pescul e si è fatto indicare il punto esatto, individuato anche grazie a delle fotografie, che mostravano una luce in salita verso Cima Loschiesuoi. Il soccorritore ha poi osservato di persona i movimenti e intuito che poteva trattarsi di uno scialpinista. Ha così contattato un conoscente, che spesso si muove con gli sci in notturna, e verificato che si trattava proprio di lui. L’allarme è quindi rientrato

Con gli sci o a piedi, sono sempre numerosi gli appassionati che, indossata una potente frontale, effettuano escursioni nelle ore serali dell’inverno o in notturna oppure rientrano da gite ben attrezzati per il buio. Potrebbe altresì succedere che qualcuno abbia effettivamente bisogno di aiuto e c’è chi si preoccupa vedendo segnali luminosi, magari persistenti o intermittenti, provenire da zone in alta quota.

Esiste un sistema di richiesta di aiuto con segnali luminosi (come vocali o con il fischietto), viene definito ‘segnale di soccorso alpino’ e venne ideato nel 1894 da Clinton Thomas Dent.

Consiste in una serie di 6 flash luminosi – o grida o fischi – emessi in un minuto – un flash/fischio ogni 10 secondi – e deve essere ripetuto alternando ad una attesa di un minuto la successiva serie. Chi osserva, per far capire di aver ricevuto la segnalazione, dovrà a sua volta indirizzare 3 flash al minuto (con la luce del cellulare, se non si ha una pila) quindi un segnale ogni 20 secondi, attendendo un minuto tra una serie e l’altra.

Ricordiamo il più antico dei sistemi di segnalazione, ovvero quello dell’SOS che utilizza l’alfabeto morse (3 punti, 3 linee, 3 punti), da trasformare in 3 flash brevi, 3 flash lunghi, 3 flash brevi, ripetuto 3 volte. Molte frontali e torce sono già provviste del sistema SOS automatico.

Per chi si preoccupa talvolta è sufficiente osservare un po’ più a lungo le luci, per sincerarsi che si tratti di qualcuno che si sta spostando illuminando il suo cammino, ma, in caso di incertezza, sempre meglio contattare il 118”.

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