Un “entusiasmo dilagante” per l’avvio della campagna elettorale del front runner del centrodestra in Veneto, il leghista Alberto Stefani: c’erano 3.000 persone ieri sera all’evento a Padova, “un entusiasmo dilagante, una carica incredibile”, racconta Alberto Villanova, capogruppo uscente in Regione dell’intergruppo Lega-Liga veneta. Con Stefani in prima fila il leader del Carroccio, il vicepremier Matteo Salvini, e il governatore Luca Zaia; cioè l’altra nota lieta della serata per i leghisti veneti con il suo annuncio di capolista in tutte le province, dopo mesi di tira e molla sulla ricandidatura impossibile e sul rebus sulla sua lista. “Al nostro fianco c’è Luca Zaia accolto dall’affetto sincero di una gente che crede nel buon governo, nel lavoro e nella concretezza”, sottolinea infatti oggi Villanova sui social invitando ora a rimboccarsi le maniche per “dare continuità a quanto costruito in questi anni” di governo della Regione. E Stefani ringrazia per l’appoggio di chi era presente o a seguito da remoto, ma anche Zaia e Salvini, amministratori, sindaci e nostri militanti. “Ora lavoriamo insieme per raccontare a tutti la nostra idea di Veneto: sempre più coraggioso, sostenibile, efficiente, responsabile, visionario”. Ma arriva anche la risposta del suo competitor di centrosinistra, Giovanni Manildo: “Stefani si presenta ai veneti come se fosse appena arrivato nel quartiere: gentile, sorridente, pieno di buone intenzioni. Parla di ambiente, di sanità, di giovani, di casa, di sociale. Ma la verità è che non è un nuovo vicino di casa: è stato per anni tra gli amministratori del condominio Veneto. Segretario regionale della Lega, vicesegretario federale, parlamentare. Pienamente parte di quel sistema che governa la Regione da 15 anni e che oggi vorrebbe presentarsi come la novità”.
Stefani, continua Manildo, “dice oggi le stesse cose che noi diciamo da sempre: più attenzione alla sanità, ai giovani, all’ambiente, alle famiglie. Ma sono proprio i temi che la Lega, in tutti questi anni, ha ignorato o bocciato. Uno per uno. Non basta cambiare tono o linguaggio per cancellare le responsabilità politiche. Non puoi essere insieme la continuità e la discontinuità, l’erede e la rottura. Se oggi Stefani dice che servono più attenzione all’ambiente, al sociale, alla sanità, significa che questi settori sono stati trascurati. E se sono stati trascurati, serve un cambiamento vero alla guida, non chi rappresenta la continuità”. Invece, al Veneto serve una “svolta non di un restyling comunicativo”. Inoltre, osserva Manildo, “la destra continua a inscenare la commedia dell’era Zaia che non finisce mai, con il presidente uscente costretto a candidarsi in tutte le province per trainare le liste e tenere insieme un centrodestra diviso da veti, rancori e ambizioni personali”.
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