“E’ l’ultima volta che pronuncio questa formula in questa Aula e non nascondo l’emozione. Ho portato con me tanti sogni e tanto entusiasmo e la consapevolezza che la politica sia uno strumento straordinario per cambiare le cose, che uno non vale uno”, ma il valore è portare “qualcosa di buono nella società. Desidero ringraziare ciascun collega”. Lo ha detto nell’Aula della Camera il governatore del Veneto Alberto Stefani che, con una lettera datata 6 dicembre ha rassegnato le proprie dimissioni da deputato dopo l’elezione a presidente.
Stefani ha rimarcato il valore del “confronto leale” con gli avversari e raccontato: alla Camera “ho capito l’importanza del lavoro silenzioso dietro le quinte, che voglio portare nella mia terra, passerò ore a studiare. Non importa se questo lavoro non avrà il favore delle telecamere”, l’importante è “che porti i risultati migliori per la mia gente”.
“Seppur non da deputato sarò in questo palazzo per fare gli interessi del Veneto. Non un Veneto che si chiude in se stesso ma che ha voglia di guardare avanti. Evviva il Veneto, viva San Marco”, ha concluso. Dopo le dimissioni di Stefani si riunirà la Giunta delle elezioni, prendendo atto della sua decisione.
Giovedì i nomi della giunta
Accelera sulla Giunta il neopresidente della Regione Veneto, Alberto Stefani. Già giovedì o venerdì il leghista potrebbe presentare la sua squadra di governo per palazzo Balbi, dove si darà vita a un governo di coalizione con Fdi e Fi, con nuovi equilibri dopo l’era Zaia (che sarà presidente del Consiglio regionale, forte delle 200mila preferenze incassate). Per i leghisti, che si sono confermati primo partito in regione, previsti quattro assessorati, a partire da quello per le imprese, con il nome di Massimo Bitonci, attuale sottosegretario al Mimit, che dovrebbe lasciare l’esecutivo per volare in Veneto. Altre caselle che verranno coperte dai nomi del partito di Matteo Salvini sarebbero poi quella del Turismo, con il pole il nome di Francesco Calzavara, già al Bilancio, vicino alla riconferma.
Ai leghisti dovrebbero infine andare l’assessorato al Sociale e le Infrastrutture, poltrone per le quali si fanno i nomi degli eletti Sonia Brescacin, Paola Roma, sindaco di Ponte di Piave e del vicentino Marco Zecchinato.
Se sarà questo il quadro finale, da qui al fine settimana, al governo si dovrà trovare il sostituto di Bitonci, che rumors indicavano in Guido Guidesi, già sottosegretario per i rapporti con il Parlamento e la democrazia diretta e oggi assessore allo sviluppo economico in Lombardia. Nome che pare sfumato poiché l’interessato avrebbe già fatto sapere di non essere disponibile alla candidatura spinta dai vertici del suo partito, convinto a concludere al meglio il mandato nella giunta Fontana.
Adnkronos
Stampa questa notizia




