Da un lato politiche ideologiche che spingono gli italiani a fare figli alla luce di un drammatico calo demografico, dall’altro l’impossibilità pratica di madri e padri di garantire l’educazione dei loro piccoli.

Da Thiene e Schio l’urlo di protesta dei genitori è unanime: “I centri estivi sono troppo cari, a chi non ha l’aiuto dei nonni o di qualche volontario in famiglia non resta che mettersi in aspettativa”.

“Sono separata, faccio la postina e ho una bambina di 8 anni, dato il costo inaccessibile di 100 euro a settimana mi sono dovuta dare da fare prendendo in nero una baby sitter. Non avrei voluto farlo, ma non avevo altra scelta e alle poste non sono tenuti a comprendere le mie difficoltà familiari”. E’ il racconto di A.L.C., 38 anni, donna single che raccontando la propria situazione porta alla ribalta un problema che si ripete ogni anno con la chiusura delle scuole.

“Ho due bimbe di 6 e 12 anni, quasi 200 euro a settimana proprio non me le posso permettere. Le bambine ci tengono ad andare ai centri estivi con le loro coetanee e allora ho mediato mandandole fino a mezzogiorno. Per fortuna io non lavoro e posso contare sullo stipendio di mio marito, ma siamo una famiglia mono reddito e non ci possiamo svenare per garantire alle nostre figlie quello che in altri stati è gratuito”. E’ il racconto di G.R., 45 anni, thienese.

“I prezzi oscillano da 80 a 100 euro la settimana, una volta c’era il patronato San Gaetano e almeno con la stessa cifra i bambini stavano fino alle 18 tutto il mese. Dove sono le parrocchie in questo periodo così delicato in cui suore e sacerdoti potrebbero mettere a disposizione i loro locali con una rete di volontariato utile alle famiglie?”

A Schio “un lusso per chi può pagare ed un bando in ritardo”

La situazione non è diversa a Schio che, con la chiusura delle scuole le famiglie devono fare i conti con bambini a casa per i quali trovare una sistemazione.

A portare alla luce il problema di numerose famiglie è Giulia Andrian, consigliere comunale del Pd, che ha raccolto lo sfogo di alcuni genitori. “Per il secondo anno di fila il Comune arriva tardi con lo stanziamento dei fondi e le famiglie si sono già organizzate – ha spiegato Giulia Andrian – Dei 170mila euro stanziati dal Comune nel 2020 una buona parte sono rimasti nel cassetto perché il bando è arrivato tardi, con una delibera di Giunta solamente il 25 Giugno 2020 e le domande da presentare entro il 20 luglio. Ne sono state presentate 154 regolari e complete. Altre 63 rimanevano sospese perchè le famiglie avevano richiesto anche altri sostegni, 9 erano state presentate dopo la scadenza. Non stupisce che vi siano state poche richieste e che molti di quei 170.000 euro siano rimasti inutilizzati proprio nel momento del maggior bisogno. Sicuramente al 20 Luglio 2020 le famiglie si erano già organizzate, diversamente: avranno valutato se l’iscrizione ai centri estivi rientrava nel loro budget famigliare. E lo avranno dovuto valutare in Maggio, senza sapere che a fine Giugno avrebbero potuto avere un eventuale supporto economico”.

Così, a fronte di una grande disponibilità economica, alcune famiglie hanno dovuto ripiegare su un altro tipo di gestione dei loro figli.

“Quello che è effettivamente arrivato a destinazione sono state le briciole – ha evidenziato Giulia Andrian – Lo stesso vale per il supporto dato direttamente alle associazioni: molte hanno saputo troppo tardi i criteri e così ben 50mila euro stanziati nel 2020 dal Dipartimento delle politiche familiari del Governo sono rimasti inutilizzati. Sono ancora fermi nelle casse comunali dallo scorso anno, mentre molte associazioni che avevano sempre organizzato centri estivi a Schio, hanno avuto grandi sofferenze economiche per le limitazione nel numero degli iscritti. Purtroppo quest’anno l’amministrazione sta ripetendo gli stessi errori. Ad oggi, dopo una settimana dalla fine delle lezioni, non è stato aperto nessun bando per supportare famiglie o associazioni impegnate nell’organizzare i centri estivi. Forse l’amministrazione aspetta fine Giugno come lo scorso anno? L’organizzazione di centri estivi in Fattoria fatta direttamente dal Comune di Schio, per quanto interessanti, ma con costi decisamente elevati (85 euro a settimana per la sola mattina), non risponde alle esigenze delle famiglie che hanno necessità di avere un supporto continuativo dalla fine delle lezioni a giugno all’inizio delle lezioni a settembre. Questa volta – ha concluso l’esponente del consiglio comunale – le colpe sono anche in capo alla Regione che per coprire i suoi ritardi ha inviato ai Comuni una mail paradossale in cui si chiedeva se i comuni fossero o meno interessati a ricevere aiuti per i centri estivi. Quale associazione si potrebbe permettere di organizzare un centro estivo, probabilmente in perdita, senza avere preventivamente in bilancio la sicurezza di un aiuto pubblico? Quale famiglia iscriverebbe un figlio ad un centro estivo sapendo di non potersi permettere il costo, sperando in un aiuto pubblico il cui bando uscirà ad estate inoltrata? Non è quindi un problema di risorse ma di organizzazione sia del Comune sia della Regione, che grava sui bilanci famigliari, mette in difficoltà la già difficile conciliazione tra famiglia e lavoro e ostacola la possibilità di socializzare di molti bambini”.

di Redazione Altovicentinonline

(foto dal web)

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