E’ stato siglato oggi a Thiene dal del neo direttore generale dell’Ulss 7 Bortolo Simoni, dall’assessore regionale alla Sanità Manuela Lanzarin e da Robertino Cappozzo, presidente del Comitato dei Sindaci del Distretto 2 della Ulss 7 il protocollo per l’accoglienza e la presa in carico della donna che subisce violenza.

Approvato dal Comitato dei Sindaci del Distretto 2 della Ulss 7 Pedemontana e dai Carabinieri di Schio e  Thiene, il documento è dedicato a due donne speciali, Roberta Battocchio e Lucia Fazzina, professioniste illuminate che hanno speso molta parte della loro vita combattendo per la difesa della dignità e dei diritti di ogni donna contro qualsiasi forma di violenza di genere.

Violenza che include tante sfaccettature: abuso di potere e di controllo, sopruso fisico, sessuale, psicologico, economico e religioso.

Sono tante le donne che ogni giorno sono vittime di violenza, molte delle quali non hanno il coraggio di denunciare. E sono numerose le norme che trattano di violenza di genere, definita “violazione dei diritti umani e forma di discriminazione” dall’articolo 3 della Convenzione di Istanbul.

La Regione Veneto ha approvato interventi diversi per prevenire e contrastare la violenza contro le donne, proponendo uno schema di controllo per l’attivazione di una rete territoriale finalizzata alla ‘presa in carico delle donne vittime di violenza in grado di offrire servizi di protezione, assistenza, sicurezza ed empowerment mediante un approccio interdisciplinare’.

La Rete Antiviolenza dell’Alto Vicentino è costituita da diversi componenti e ogni componente può attivare la rete in varie forme.

Tanti sono anche i servizi pubblici coinvolti nelle azioni previste: Distretto 2 Alto Vicentino, Sportello Donna, Comuni, strutture di pronta accoglienza, Forze dell’Ordine, che si alternano negli interventi a seconda dei bisogni per accogliere e prendersi carico delle donne vittime di violenza e supportarle in un percorso di uscita dalla spirale infernale in cui si trovano. La sinergia tra tutti gli attori previsti dal protocollo è segno di una intelligente e matura presa di coscienza del problema sociale raccolto in primis dai Sindaci dell’Alto Vicentino, che si sono resi conto della reale gravità della realtà e si sono impegnati nella ricerca di una risposta equilibrata, ragionata, strutturata e condivisa con tutte le forze in campo, mettendo a disposizione le necessarie risorse economiche.

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