RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO INTEGRALMENTE

La vicenda del rinnovo di appalto per l’affidamento del servizio di integrazione scolastica in Ulss 7 rappresenta, dal nostro punto di vista, un esempio emblematico di come la qualità del servizio, un servizio fondamentale per bambini e ragazzini fragili, passi anche attraverso la qualità delle condizioni di chi lavora, oltre che attraverso l’adeguatezza delle risorse che Regione e Ulss mettono a disposizione.

Da anni la Funzione Pubblica CGIL di Vicenza segue lavoratrici e lavoratori che operano nell’ambito del servizio di integrazione scolastica, siano essi dipendenti Ulss o dipendenti di cooperativa, provando a mettere al centro proprio questo intreccio.
E, in questa prospettiva, abbiamo provato nel tempo ad interloquire con i vertici Ulss, non solo per garantire condizioni di lavoro adeguate ad appalto vigente, ma anche a contrattare migliori regole di ingaggio, in fase di rinnovo dell’appalto. E’ anche grazie a questo confronto che è emersa la scelta dell’Ulss 7 di modificare in parte del regole di ingaggio, passando da un appalto “a ore” a un appalto “a canone”. Cambiamento finalizzato, nelle asserite intenzioni dell’Azienda, a superare la problematica di un lavoro in sostanza “a cottimo”, in cui il personale di cooperativa non percepisce retribuzione per i giorni di assenza degli utenti, situazione per noi inaccettabile.

Di certo, però, questa modifica all’impostazione dell’appalto non può essere sufficiente, ma anzi desta non poche preoccupazioni, se collegata alla scelta di esternalizzare completamente il servizio e di ridurre il monte ore complessivo dell’appalto.
Infatti, il taglio di 32.000 ore di assistenza rischia in concreto di non garantire una copertura adeguata dei bisogni, se la quantificazione del fabbisogno è stata effettuata sulla base di uno storico che comprende il periodo covid (periodo nel quale l’incidenza delle assenze per malattia degli utenti sono state inevitabilmente più elevate). E, da questo punto di vista, le rassicurazioni dell’Azienda di un possibile incremento del 50% di ore ci risulta poco convincente, se è vero che si tratta di un incremento riferibile esclusivamente a possibili nuovi fabbisogni.

La riduzione delle ore, in concreto, rischia di portare ad una riduzione generale dei contratti di lavoro, anziché superare il problema delle ore non garantite al personale, favorendo ancor più un forte e crescente turn over di professionisti e professioniste. E questo mentre si sta perdendo la professionalità di 18 operatori interni all’Ulss, che verranno in futuro assegnati a servizi diversi dall’integrazione scolastica, con buona pace della continuità dell’assistenza.

Meno ancora convince l’affermazione dell’Azienda, quanto afferma che “l’affidamento ad un soggetto esterno dell’assistenza scolastica agli utenti con alta valenza sanitaria è motivata dalla volontà di garantire con maggiore sicurezza la continuità, al fine di tutelare minori e le famiglie”. A noi, francamente, sembra invece che il rischio sia quello di un effetto opposto. Per noi questo tema va affrontato una volta per tutte, con una riflessione su quali sono le figure professionali più adeguate a fornire assistenza agli utenti con maggiori bisogni di natura sanitaria, e con uno stanziamento di risorse adeguato a garantirla. La scelta invece è stata quella di esternalizzare integralmente il servizio, appaltando a soggetti terzi anche gli elementi di maggiore complessità, legati proprio ai bambini e ragazzini con esigenze di particolare delicatezza.

Per queste ragioni, pensiamo sia necessario fermarsi e meglio approfondire, provando a guardare in quali punti il nuovo bando di appalto debba essere modificato e migliorato, per garantire migliori condizioni di lavoro e del servizio.
Pensiamo poi che questo passaggio all’interno dell’Ulss 7 meriti di essere valutato non solo nella sua dimensione strettamente territoriale, poiché le innovazioni introdotte nel nuovo bando di appalto creano dal nostro punto di vista un precedente che potrebbe essere replicato anche in altri territori, e che rappresenti dunque l’occasione per un confronto più organico, sistematico e approfondito, anche con chi rappresenta i lavoratori e le lavoratrici, sulla natura e la gestione di un servizio tanto importante quanto complesso nella sua gestione, e che merita dunque un’attenzione che va ben oltre il singolo territorio e la singola scadenza di appalto.

La Segretaria Generale Funzione Pubblica CGIL Vicenza 

Giulia Miglioranza 

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