“La vendemmia 2025 si presenta sotto i migliori auspici sia per quantità che per qualità, nonostante i fenomeni atmosferici estremi e le criticità fitosanitarie che non sono mancati. Il mondo del vino deve fare i conti con una congiuntura internazionale difficile, caratterizzata da consumi in calo e dazi”. Per questo, “come Regione, guardiamo con attenzione al nuovo ‘Pacchetto Vino’ dell’Unione Europea, che introduce strumenti fondamentali per gestire l’offerta, affrontare il surplus dell’offerta con conseguente possibile calo dei prezzi, e valorizzare le nuove tendenze del consumo dai vini a basso tenore alcolico al turismo enologico”. L’assessore all’Agricoltura Federico Caner ha aperto stamattina l’incontro del Trittico Vitivinicolo, appuntamento organizzato da Regione, Veneto Agricoltura, Arpav e Crea per tracciare le previsioni per la vendemmia 2025. “Dai dati presentati dall’Osservatorio Economico Agroalimentare di Veneto Agricoltura in collaborazione con il Crea- dichiara Caner-, emerge un quadro complessivamente positivo: la produzione di uva nel Veneto è stimata attorno ai 14 milioni di quintali, con un incremento previsto tra il +3% e il +5% rispetto al 2024. Un risultato favorito dall’entrata in produzione di nuovi impianti e da un andamento climatico che, pur con episodi di maltempo e grandinate localizzate, ha garantito uno sviluppo vegetativo regolare e uno stato sanitario generalmente buono”.

Le rese si mantengono stabili o in lieve aumento, mentre la qualità delle uve è giudicata da buona a ottima, con aspettative elevate anche per i vini che ne deriveranno. Non mancano tuttavia criticità nei vigneti biologici, dove le fisiopatie hanno inciso sulle rese, e restano da monitorare possibili fenomeni di marciume acido o botrite se le piogge dovessero intensificarsi durante la raccolta. “La vendemmia è già iniziata per le varietà più precoci, come Pinot e Chardonnay per le basi spumante, mentre la raccolta della Glera prenderà avvio intorno al 5 settembre- continua Caner-. A seguire, Merlot dal 10 settembre, Corvina dal 17, Garganega e tutte le altre varietà simbolo della viticoltura veneta dal 23”. Se si analizza la produzione prevista per provincia, i dati variano. Se Belluno sarà sostanzialmente in linea con il 2024 (+1%), su Padova e Rovigo si prevede un incremento fino al +10% per Glera, Pinot grigio, Merlot e Cabernet. Stabile anche la produzione a Treviso, con eccezione del Pinot grigio (+2%) e della Glera (-3%), vitigno che invece cresce nel Veneziano (+5%) assieme allo Chardonnay (+3%), mentre cala il Pinot grigio (-3%). Per Vicenza e Verona sarà un’annata particolarmente positiva, con aumenti fino al +15% per Merlot e +10% per Corvinone e Garganega.

Il trend si estende anche al resto del Nord-Est: in Friuli Venezia Giulia la produzione è stimata in crescita del 10%, mentre in Trentino-Alto Adige si prevede un incremento del 5-10%. “Nonostante le ottime prospettive- aggiunge Caner -, il comparto vitivinicolo si trova ad affrontare sfide importanti”. Da un lato, “l’andamento climatico sempre più imprevedibile impone scelte tecniche tempestive, dall’altro il mercato internazionale continua a vivere una fase di incertezza, segnata dal calo dei consumi globali e dal peso dei dazi Usa. In merito, sono convinto che le nostre imprese sapranno riassorbire gli aumenti legati ai dazi, e per questo esorto sempre i produttori a diversificare i mercati”. Il cosiddetto Pacchetto Vino atteso da Bruxelles “rappresenta un tassello strategico per rafforzare la filiera: dalla proroga delle autorizzazioni di reimpianto alla promozione nei Paesi terzi, passando per strumenti straordinari come la distillazione obbligatoria e la vendemmia verde. L’obiettivo è duplice: garantire equilibrio sul mercato e assicurare redditività ai produttori, mantenendo al tempo stesso alta la reputazione del vino veneto e italiano nel mondo”, conclude.

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