“Viacqua è nata dalla fusione di due aziende sane, con la solidità garantita da istituti finanziari che hanno analizzato entrambe le partecipate che si occupavano della gestione della rete idrica (AVS per L’Alto Vicentino e Acque Vicentine per l’area di Vicenza) e il progetto di fusione è stato esaminato da un esperto nominato dal tribunale, che ha confermato la validità del progetto e determinato un matrimonio praticamente alla pari tra i due gestori”.

Angelo Guzzo, presidente di Viacqua, l’azienda partecipata che si occupa della gestione dell’acqua per tutta l’area dell’Alto Vicentino e di Vicenza, rigetta in toto le accuse mosse da Giulia Scanavin, che analizzando le carte relative alla fusione aveva denunciato uno sbilanciamento esagerato a favore dell’area berica, con la fusione “spinta perché Vicenza non aveva credito nei confronti delle banche e da sola non sarebbe riuscita a sostenere il suo piano industriale”.

Un piano imponente, che in questi giorni ha visto l’approvazione dell’ampliamento del depuratore di Casale, che da solo impegnerà con un costo di 80 milioni di euro.

Ma Guzzo la vede diversamente e spiega, dettagliatamente, che dietro la fusione c’è stata un’analisi approfondita, fatta da professionisti, che hanno evidenziato la parità tra le due aziende a la convenienza reciproca in merito alla fusione.

“Sono state molte le occasioni in cui le società Alto Vicentino Servizi (AVS) e Acque Vicentine sono state valutate, nella loro efficienza e solidità economico-finanziaria, prima della fusione – ha spiegato Guzzo – E in tutti i casi queste valutazioni hanno confermato che entrambe le aziende erano sane e garantivano servizi di qualità e un alto tasso di investimenti sul territorio. Si tratta di valutazioni effettuate da società specializzate e da istituti finanziari. Nel 2014, sia Acque Vicentine sia Alto Vicentino Servizi hanno partecipato all’operazione Viveracqua Hydrobond, per reperire risorse finanziarie per realizzare i piani di investimento loro affidati dal Consiglio di Bacino Bacchiglione. In quell’occasione entrambe le aziende sono state sottoposte a rating e entrambe hanno ottenuto finanziamenti a tassi di interessi identici dalla Banca europea degli Investimenti (BEI) e da altri finanziatori istituzionali, sicuramente molto accurati nelle loro valutazioni. Questo dimostra che non c’erano differenze sostanziali nelle garanzie che le due aziende potevano dare agli istituti di credito. E questo già nel 2014, molto prima che si parlasse di fusione. Un’analoga operazione si è ripetuta nel 2016: entrambe le aziende dovevano realizzare ambiziosi piani di interventi sul territorio, non finanziabili nell’immediato con i proventi delle tariffe e avevano necessità di reperire risorse sul mercato finanziario. Entrambe le aziende sono state ritenute allo stesso modo meritevoli di credito, hanno ottenuto le risorse necessarie e hanno realizzato gli investimenti, rispettando i covenants previsti dai contratti con i finanziatori. Questi fatti parlano da soli della solidità e affidabilità delle aziende confluite in Viacqua. Anche prima della fusione – ha continuato il presidente – è stata fatta un’accurata valutazione delle due aziende: il progetto di fusione è stato esaminato da un esperto nominato dal Tribunale, che ha confermato la validità del progetto e determinato un matrimonio praticamente alla pari tra i due gestori. Credo che a nessuno di questi professionisti sarebbero sfuggite eventuali difficoltà economiche di uno dei due soggetti. Lascio ai lettori giudicare chi possa essere più affidabile e oggettivo, tra queste realtà e la dottoressa Giulia Scanavin, nel valutare i bilanci e la solidità delle aziende”.

Guzzo ritiene che i dati siano stati usati in modo distorto “per screditare un’azienda che funziona e che lavora per lo sviluppo sostenibile del territorio”.

Il progetto di Viacqua

“Viacqua ha poi proseguito sulla strada già avviata dai due gestori precedenti, continuando a pianificare e realizzare investimenti per migliorare le infrastrutture idriche – ha continuato Guzzo – La necessità di investimenti non è segno di dissesto, anzi, è l’indice della volontà delle amministrazioni comunali di migliorare le infrastrutture, garantire elevati livelli di servizio e proteggere il territorio. Un alto livello di investimenti programmati e realizzati è promosso con forza a livello nazionale anche da ARERA, l’autorità di regolazione, che prevede anche forme di penalizzazione per chi non raggiungere i livelli di qualità tecnica auspicati. E se, come ho già avuto modo di ricordare, l’incremento medio della tariffa nell’alto vicentino è stato di circa il 9% dal triennio 2015-2017 al triennio 2018-2020, il tasso di investimenti pro capite è aumentato del 34% nello stesso periodo”.

Anna Bianchini

Fusione ViAcqua, bollette in rialzo: “Vicenza non aveva credito per il piano industriale”

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