Il Consiglio regionale del Veneto si costituirà in giudizio contro la richiesta dell’ex governatore Giancarlo Galan di vedersi restituire il vitalizio, che è oggetto di pignoramento. “L’Ufficio di presidenza del Consiglio regionale del Veneto ha deliberato la costituzione in giudizio”, fa sapere il presidente Roberto Ciambetti. “Gli articoli apparsi sulla stampa nei giorni scorsi hanno ingenerato alcune suggestioni non esatte. Alcuni titoli erano fuorvianti, mentre i contenuti erano più attinenti quanto riportato nella delibera. Il Consiglio regionale non si oppone al diritto alla difesa dell’ex consigliere, ma ha il dovere giuridico di tutelare sé stesso in qualità di ente pubblico esecutore di provvedimenti dell’autorità giudiziaria”, spiega. “Dal 2017, infatti, il vitalizio dell’ex presidente Galan è interamente devoluto all’Agenzia delle Entrate-Riscossione sulla base di due sentenze dei Tribunali di Padova e Rovigo, relative a debiti per un totale di circa 5,8 milioni di euro. Il Consiglio ha operato esclusivamente come soggetto terzo pignorato, eseguendo ciò che i giudici hanno disposto”, puntualizza Ciambetti. “La normativa del 2022 ha riconfigurato il vitalizio in senso para-previdenziale, ma perché i nuovi criteri, tra cui il limite di pignorabilità di un quinto, possano applicarsi, è necessaria una nuova sentenza, che al momento non esiste. Il Consiglio, quindi, non può modificare da sé una disposizione giudiziaria in vigore. Ciò che invece il Consiglio non può accettare, e che ha reso necessaria la costituzione in giudizio, è la richiesta avanzata dall’avvocato Paniz di condannare il Consiglio stesso a restituire le somme versate all’Agenzia delle Entrate”, contesta il presidente dell’assemblea veneta.
“Una tale impostazione porterebbe a un grave paradosso giuridico: il Consiglio dovrebbe versare due volte le stesse somme: la prima volta, come esattore, allo Stato, la seconda volta, al consigliere cessato. Come chiarito anche dai legali dell’Ente, se mai un giudice dovesse stabilire la restituzione di tali somme, sarà semmai l’ente che le ha incassate, ovvero l’Agenzia delle Entrate, a doverle eventualmente restituire, non il Consiglio regionale, che ha solo adempiuto a un ordine giudiziario”, sostiene Ciambetti. “La linea seguita è la medesima già adottata in passato per analoghe situazioni, a conferma di un approccio istituzionale, coerente e imparziale. Il Consiglio regionale difende la propria correttezza amministrativa e il principio di legalità, senza entrare nel merito delle singole posizioni personali”, conclude.
Galan rivuole il vitalizio: notificato il ricorso contro Regione e l’Agenzia delle Entrate”
