Il Veneto somministra il 50% degli anticorpi monoclonali utilizzati in Italia e ora, grazie ad una decisione di Aifa, questo tipo di cura precoce potrà essere richiesta da tutti i soggetti positivi sintomatici nella fase iniziale dell’infezione. “Partirà una lettera del direttore generale della Sanità Luciano Flor a tutte le Ulss, e faremo comunicazione ai medici via mail”, spiega il presidente della Regione Veneto Luca Zaia. L’organizzazione prevede che “i nostri uffici quando parleranno con i sintomatici positivi daranno i riferimenti per chiedere l’infusione di monoclonali”. Il che è una svolta positiva, considerando che il Veneto non ha finora registrato alcun decesso tra i pazienti positivi a cui sono stati infusi i monoclonali. Inoltre, “ci sono aziende che annunciano per fine anno monoclonali da assumere per via orale, non più endovenosa. Che vuol dire che uno si prende due pasticche e in teoria dovrebbe risolvere i suoi problemi”, conclude sull’argomento, Zaia assicurando che al momento il Veneto ha a disposizione monoclonali a sufficienza per curare chi voglia sottoporsi all’infusione.

Terza dose di vaccino

La speranza è che la terza dose di Covid non serva, ma se dovesse essere necessaria “non ce lo vengano a dire a dicembre o a gennaio perché poi è troppo tardi… Noi vorremmo farci questo inverno in pace e tranquillità e non dover contare i morti”. Così il presidente della Regione Veneto Luca Zaia, oggi in conferenza stampa dalla sede della Protezione civile regionale a Marghera.

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