“Dodici presenze in aula su 193 sedute in cinque anni, appena il 6%. Sedici votazioni su oltre 7.000, una percentuale che sfiora lo zero. Sono questi i numeri che certificano Luca Zaia come il presidente di Regione più assenteista d’Italia. Nessun altro collega ha un tasso di partecipazione così basso”.
Così Vanessa Camani, capogruppo del Partito Democratico in Consiglio regionale del Veneto, commenta i dati ufficiali sulle presenze dei presidenti di Regione nelle rispettive assemblee.
“In Toscana Giani, il migliore, ha il 95,43% di presenze. Il nostro vicino di casa Fedriga, leghista anche lui, ha l’88,04%. Fontana il 57,38% e il peggiore, Cirio, in Piemonte, registra comunque il 23% di presenze. Questo la dice lunga sul rispetto che Luca Zaia ha delle istituzioni che dovrebbe rappresentare”, continua.
“Ieri, in una delle ultime sedute della legislatura, mentre si discuteva la richiesta avanzata dallo stesso Zaia per la gestione in esercizio provvisorio del bilancio regionale – un atto pesantissimo che condizionerà i primi mesi della prossima amministrazione – Zaia ha,
ancora una volta, preferito la passerella della conferenza stampa alla presenza davanti al Consiglio. È l’ennesima dimostrazione che per lui il posto del Presidente non è in aula, a discutere dei problemi veri dei veneti, ma alle inaugurazioni, alle sagre, meglio ancora se sopra un palcoscenico o davanti alle telecamere”.
“Eppure – aggiunge Camani – oggi lo stesso Zaia dice di voler fare il Consigliere regionale. Fa quasi sorridere: se da Presidente non ha mai ritenuto importante partecipare ai lavori dell’aula, come può pensare di farlo da Consigliere?”.
“In questi cinque anni noi in aula ci siamo sempre stati: il 99% delle mie presenze racconta dell’impegno concreto per la sanità pubblica, il lavoro, lo sviluppo e l’ambiente. La sedia di Zaia, invece, era vuota”.
