Sul terzo mandato dei presidenti di Regione non è ancora detta l’ultima parola. La palla è al Parlamento, ricorda il governatore del Veneto Luca Zaia, e al Parlamento “dovete andare a chiedere” se la questione sia o meno archiviata dopo lo sto in commissione al Sanato. Per Zaia, però, il tema non è morto e sepolto. Anzi. “Non mi risulta che la questione sia chiusa. Da quel che ho capito- ha detto ieri ai cronisti- la norma sarà ripresentata in Parlamento e il dibattito è aperto non solo nella Lega ma anche in altre forze politiche, da destra a sinistra. Vedremo”. Che poi l’esito del voto in Sardegna spinga di nuovo in alto l’argomento, su questo Zaia non si sbilancia.

Zaia consideri nuove sfide

“Ce ne sono molti presidenti di Regione che godono di grande consenso, e potrebbe sembrare che non si debbano mai sostituire. Tuttavia, è importante considerare l’importanza del ricambio e della freschezza nell’amministrazione. Anche se Zaia è una risorsa di spicco per il centrodestra, potrebbe essere opportuno considerare nuove sfide per lui. Dopo tanti anni, è normale che si manifesti una certa necessità di nuove prospettive per il territorio. Pertanto, potremmo valutare l’utilizzo delle sue competenze in ruoli diversi, dove potrebbe ancora eccellere e apportare un contributo significativo”. Lo ha detto Raffaele Nevi, portavoce di Forza Italia e vicepresidente vicario dei deputati azzurri, intervenendo a Coffee break su La7.

Sul voto in Sardegna

“Il popolo è sovrano. I cittadini guardano e giudicano. C’è poca riflessione da fare”. Si tiene un passo indietro il governatore del Veneto, Luca Zaia, dall’entrare nel dibattito sull’esito delle elezioni regionali in Sardegna. E ieri, in chiusura di una conferenza stampa a Palazzo Balbi, alle domande dei cronisti sorvola sull’argomento. “Il popolo è sovrano- si limita a dire Zaia– questa è una sintesi di quello che accade. I cittadini ci guardano e ci giudicano. Lo strumento che la democrazia ci dà è il voto. C’è poca riflessione da fare. Penso sia fondamentale che i cittadini possano scegliersi i loro rappresentanti”. Detto questo, ci tiene a precisare Zaia, “non entro nel merito della Sardegna. Non conosco i candidati e non entro nei tavoli di trattative. Ho già abbastanza lavoro da fare qui in Veneto”. Quindi aggiunge: “Dubitate sempre degli amministratori che hanno tanto tempo libero da dedicare alla politica”. Il governatore veneto dribbla anche il tema del terzo mandato e delle possibili ripercussioni del voto sardo sul sudoku delle candidature in altre Regioni. “Proviamo a guardare a due anni fa- dice Zaia– c’era Draghi, un altro mondo, dovevamo eleggere il presidente della Repubblica. Da qui a due anni è un’era glaciale. A me fa sorridere la gente che programma, la mia vita non esiste che la programmino altri da qui ai prossimi due anni. Mi arrangio io. In politica, come nella vita, bisogna essere anche un po’ realisti, giorno per giorno, e approfittare delle opportunità che hai di vivere. Pensare da qui ai prossimi due anni significa essere fuori dalla storia”, è la sentenza di Zaia.

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