Non si dica che nessuno la conosce: la percorrono infatti ogni giorno 83.000 veicoli (che, se non ci fosse la Superstrada pedemontana veneta, si scaricherebbero altrimenti sulla viabilità ordinaria). Non si dica che non serve: “Andate a chiederlo agli imprenditori che sono contenti perché guadagnano tempo”. In un anno di ‘vita’, vanta già più traffico di mezzi pesanti di altre infrastrutture più vecchie, e ben di più di quelli che erano preventivati. In attesa di tirare fuori dai cassetti uno studio che dimostrerebbe che averla fatta ‘in casa’ sarebbe costato di più alla Regione, Luca Zaia e la vice Elisa De Berti sfoggiano i dati che dimostrano che sostenere che la Superstrada pedemontana veneta “è vuota, è un po’ difficile; che dire che non è necessaria, richiede coraggio: la sua utilità di infrastruttura è verificata”. Nei numeri e non solo. Il presidente del Veneto dice che ora da Treviso vanno a Bassano persone che prima non pensavano a questo spostamento e che dall’alto vicentino ora ci si punta più facilmente verso il mare. E intanto il gestore autostradale deve potenziare il casello di Portogruaro per un aumento del traffico del 10% ‘attratto’ dalla Spv. La superstrada di 94,5 chilometri che attraversa 14 Comuni con 16 caselli “sta diventando sempre più performante, c’è un effetto del valore di conoscenza: più la si conosce più la si usa”, riassume Zaia, ricordando che dimezza i tempi delle alternative sulla viabilità ordinaria e che si sta affermando come arteria di “grande compensazione del traffico pesante, è strategica per i distretti. E’ sempre di più il grande passante alto di attraversamento di un pezzo di nord est”. I camion dalla Slovenia hanno iniziato a sfruttarla. E lo scorso 20 giugno è arrivato il dato che ha innescato l’orgoglio di Zaia.

Con un trend di traffico in costante crescita (8.944 veicoli al giorno a gennaio 2023 a uno di 21.603 a maggio 2025), venerdì scorso si sono contati 84.447 passaggi al giorno, e un incremento del 141% in due anni, e del 18% in uno. Solo quattro giorni fa è stato registrato un introito di 525.300 euro, di cui oltre il 40% generato dal traffico pesante. A poco più di un anno dalla connessione con l’A4, avvenuta il 4 maggio 2024, il traffico medio giornaliero è cresciuto del 18%, “segnale che l’opera risponde ad un’esigenza reale e attesa”. Serve o non serve? “Il traffico è aumentato, serve”, dice Zaia. Inoltre, sta cambiando gli spostamenti su altre arterie. E quando ad agosto ci saranno meno camion perché le fabbriche sono chiuse, ci saranno più auto dei vacanzieri, si confida. Intanto hanno funzionato anche gli sconti del 60% per attrarre le auto private, dice la vicepresidente De Berti, assessore a Trasporti e Infrastrutture. L’iniziativa, riservata a chi percorre fino a due tratte giornaliere, da 25 chilometri ciascuna, nei giorni feriali, ha fatto registrare incrementi settimanali di traffico fino al +74% in alcune tratte, come nella Valle Agno-Breganze. Un’iniziativa “pensata per chi vive e lavora lungo la Spv, un’opera fortemente voluta dal territorio, che migliora la qualità della vita dei residenti e l’efficienza della mobilità regionale”, rivendica De Berti. E quando, e se, il traffico cala, “cala anche su altre infrastrutture”. E’ proprio il confronto con altre grandi vie di comunicazione il ‘piatto forte’ degli annunci di Zaia-De Berti di oggi. Le performance della Spv sono ormai paragonabili a quelle di arterie autostradali del Nordest in esercizio da decenni: i flussi di mezzi superano quelli dell’A31 Valdastico (aperta al traffico nel 1976, la tratta Sud nel 2015) e risultano confrontabili con quelli dell’A23 Udine-Tarvisio (attiva dal 1966), dell’A28 Portogruaro-Conegliano (inaugurata nel 2010) e dell’A27 Venezia-Belluno (1973).

La Valdastico conta 17.666 veicoli (e 4.165 mezzi pesanti contro i 6.196 della Superstrada). La Spv è quasi alla pari con la A28 e fa meglio della Udine-Tarvisio. La Portogruaro-Conegliano (gratuita) segna 25.980 veicoli e 6.970 mezzi pesanti, la Venezia-Belluno 25.830 mezzi, conta più mezzi leggeri della Spv, ma 4.496 pesanti. La A23 Udine-Tarvisio conta 18.906 veicoli e 12.559 mezzi leggeri e con più mezzi pesanti della Spv. Per i mezzi leggeri la Spv “performa meglio della Valdastico e della Udine-Tarvisio ed è paragonabile alla Portagoguaro-Conegliano e alla Venezia-Belluno”. La Regione ha visto anche gli incrementi nelle tratte di Spv: la A4-Montecchio passa da 12.802 a 15.698 tra maggio 2024 e maggio 2025 (+22,62%); Montecchio Nord-Valle Agno sale, nello stesso periodo, da 18.161 a 20.982 (+15,53%); Montebelluna-Conegliano segna +16,36%, Conegliano-Spresiano +16,81%. Infine, oltre a rivendicare la convenzienza dei prezzi rispetto ad altre infrastrutture anche grazie alla scontistica, la Regione evidenzia, oltre ad un aumento generale del 35% dei viaggi, alcuni benefici specifici: da Altivole a Spresiano da 1.492 mezzi leggeri a 2.113 (+41,62%), da Montecchio sud a Valle Agno da 3.130 a 4.692 (+49,9%), Valle Agno-Breganze da 1.361 a 2.372 +(+74,28%). Tutto in tre mesi. “I numeri dimostrano che la Superstrada pedemontana veneta non è solo un’infrastruttura strategica, ma una risposta concreta alle esigenze di mobilità, competitività e sostenibilità del nostro territorio. Il forte incremento del traffico, soprattutto dopo l’attivazione del collegamento con la A4, testimonia quanto quest’opera fosse attesa e necessaria. L’agevolazione tariffaria rappresenta, inoltre, una misura concreta di attenzione verso i cittadini che vivono e lavorano lungo la Spv”, dicono Zaia e De Berti.

foto di repertorio

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